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PITTORI: Maestro del PergerAltar

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DEL PERGERALTAR

1520

Vienna, chiesa S. Clemente Maria am Gestade

 

Sant'Agostino dottore della Chiesa

 

 

 

L'opera di trova nella chiesa di San Clemente Maria am Gestade. La statua si trova su un altare gotico-rinascimentale che risale al 1520 e che, dal nome del donatore, si chiama Perger Altar. La statua del santo ci presenta l'immagine di un Agostino secondo canoni tradizionali: impugna con la destra il bastone pastorale, mentre con la sinistra regge un libro da cui spunta un cuore fiammante. Il viso è giovanile ed ha una folta barba che gli avvolge il mento. La chiesa di san Clemente venne fondata secondo la leggenda da Madalvin, vescovo di Passavia. Distrutta dai mongoli e dagli ungari nel 907 venne ricostruita dal margravio Leopoldo II il santo e ingrandita da Enrico II Jasomirgott. L'edificio attuale fu eretto fra il 1330-1367 (coro) e il 1394-1414 (navata centrale) in stile tardo gotico. Il campanile fu completato nel 1417. Adibita a magazzino militare durante l'occupazione napoleonica, nel 1812 l'imperatore Francesco I la fece restaurare e nel 1820 fu affidata ai Redentoristi che tuttora la reggono. Oltre alle vetrate del coro (metà del Quattrocento) la chiesa conserva delle splendide Pale gotiche (annunciazione e incoronazione di Maria) che risalgono al 1460 e che facevano parte di un trittico smembrato. 

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6