Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Raffaello Sanzio

PITTORI: Raffaello Sanzio

Madonna col Baldacchino con sant'Agostino

Madonna col Baldacchino con sant'Agostino

 

 

RAFFAELLO SANZIO

1507

Firenze, Palazzo Pitti

 

 

Madonna col Baldacchino con sant'Agostino

 

 

 

La tela fu incominciata da Raffaello intorno al 1507 e oggi è conservata a Palazzo Pitti a Firenze. La struttura della scena è vibrante e armoniosa nello stesso tempo: la Madonna con il Bambino è seduta in trono sotto un baldacchino, mentre in alto volteggiano due angeli. Ai suoi piedi da un lato e l'altro osservano la scena quattro santi e due piccoli putti. Agostino è in piedi a destra con in mano un libro mentre con la destra indica all'osservatore il trono con la Vergine e il Bambino. Il santo è raffigurato con la mitra in testa, ma il vestito è il saio nero dei monaci agostiniani.

Il 20 luglio 1506 il ricco mercante Rinieri di Bernardo Dei, che aveva da poco visto la realizzazione del lussuoso palazzo di famiglia (oggi Palazzo Guadagni) in piazza Santo Spirito, lasciava l'incarico ai suoi eredi di dotare la sua cappella in Santo Spirito degli arredi necessari, fra cui una vetrata e una pala d'altare. Morto Rinieri il 30 settembre, è molto probabile che sia stato il suo unico figlio maschio, Piero, a commissionare la pala a Raffaello. Infatti, nella composizione, alla destra della Vergine, cioè nella posizione più importante, si trovano San Bernardo dedicatario della cappella, nonché nonno di Piero, e San Pietro, omonimo del committente. Ma Raffaello alla fine del 1508 partì per Roma e lasciò incompiuta l'opera. Dopo la morte di Raffaello, Baldassarre Turini, datario pontificio ed esecutore testamentario di Raffaello, fece collocare la pala nella sua cappella della cattedrale di Pescia terminata nel 1540. Da lì fu prelevata nel 1697 da Ferdinando de' Medici che la portò a Palazzo Pitti. Ferdinando de' Medici amava collezionare pale d'altare nel suo appartamento: la tavola di Raffaello, con una aggiunta superiore di 32 cm fu collocata nella camera dei cimbali, una sala da musica.

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Madonna col Baldacchino: particolare di sant'Agostino

Particolare di sant'Agostino

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)

 

 

Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio nato a Urbino nel 1483 e morto a Roma nel 1520, è pittore e architetto italiano, tra le figure centrali del Rinascimento. Figlio del pittore Giovanni Santi, esordì nella bottega del padre, da cui si staccò a partire dal 1500. Nel primo periodo di attività dipinse sotto l'influenza dello stile del Perugino e alla maniera della scuola umbra, come testimoniano lo Sposalizio della Vergine (1504, Pinacoteca di Brera, Milano) e la Crocifissione con la Madonna, due angeli e i santi Gerolamo, Maddalena e Giovanni Evangelista (1503 ca., National Gallery, Londra). Alla fine del 1504 Raffaello si recò a Firenze con l'intento dichiarato di studiare le opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo e fra Bartolomeo.

La sua evoluzione artistica nel corso del soggiorno fiorentino può essere ripercorsa esaminando i numerosi dipinti sul tema della Madonna con il Bambino. Ancora di ispirazione umbra è la Madonna del Granduca (1504-1505, Palazzo Pitti, Firenze); alcune prove successive mostrano l'influenza di Leonardo nella composizione e nel ricorso alla prospettiva aerea: La belle jardinière (1507, Louvre, Parigi), Madonna del Cardellino (1507 ca., Galleria degli Uffizi, Firenze); mentre lo studio sull'opera di Michelangelo è evidente nella Madonna Bridgewater (1507 ca., National Gallery, Edimburgo). L'ultimo dipinto eseguito a Firenze, la Madonna del baldacchino (1508, Palazzo Pitti), una pala monumentale, rimase incompiuto a causa della partenza dell'artista per Roma. Fra il 1504 e il 1508 Raffaello lavorò anche per la corte dei Montefeltro a Urbino, dipingendo molte tavole tra cui San Giorgio e il drago (1505 ca., National Gallery of Art, Washington). Ma l'esito più alto di questi anni è rappresentato dal Trasporto di Cristo morto, opera datata e firmata (1507, Galleria Borghese, Roma), una composizione movimentata che risente della lezione di Michelangelo, nella quale le figure mostrano una ricca varietà di attitudini e di espressioni.

Nel 1508 Raffaello fu chiamato a Roma da papa Giulio II, che gli commissionò la decorazione ad affresco di quattro stanze in Vaticano. Il soffitto del primo ambiente, la Stanza della Segnatura (1509-1511), è decorato da quattro tondi con le allegorie della Teologia, della Filosofia, della Poesia e della Giurisprudenza. Sotto la Teologia è affrescata la scena della Disputa del Sacramento, mentre sulla parete sottostante la Filosofia c'è la celebre Scuola di Atene: all'interno di un'architettura illusionistica, ispirata probabilmente al Bramante e ai suoi progetti per la nuova basilica di San Pietro, e rappresentata con un rigoroso uso della prospettiva, Platone, Aristotele e altri filosofi dell'antichità studiano o discutono.

Sotto la Poesia, è dipinto il Parnaso, con il dio greco Apollo circondato dalle Muse e dai grandi poeti. Nella seconda stanza vaticana, detta Stanza di Eliodoro (1511-1514), Raffaello affrescò sulle pareti, con l'aiuto di allievi, alcuni episodi che testimoniano l'intervento di Dio nella storia della Chiesa: la Cacciata di Eliodoro, la Liberazione di san Pietro, l'Incontro di Attila e Leone Magno e la Messa di Bolsena. Nel 1514, dopo la morte di Giulio II, il successore Leone X nominò Raffaello "architetto della fabbrica di San Pietro" e un anno dopo "conservatore delle antichità romane". Preso da molteplici impegni e assorbito da varie attività, Raffaello dipinse solo una parte della terza stanza vaticana, nota come la Stanza dell'incendio di Borgo (1514-1517), mentre la quarta, la Stanza di Costantino, fu realizzata dagli allievi dopo la sua morte. Tra il 1514 e il 1517 Raffaello realizzò dieci cartoni raffiguranti episodi della vita degli apostoli per gli arazzi della Cappella Sistina, oggi conservati al Victoria and Albert Museum di Londra. Inoltre progettò la Cappella Chigi per la chiesa di Santa Maria del Popolo, terminata dal Bernini, ed eseguì le decorazioni, tra cui il Trionfo di Galatea (1513 ca.), per la Villa Farnesina. Oltre a queste opere importanti universalmente note, Raffaello dipinse molte tele altrettanto interessanti. Tra i ritratti, genere in cui eccelleva per l'estremo realismo della rappresentazione e la capacità di introspezione psicologica, si ricordano quelli di Giulio II (1511-12, National Gallery, Londra) e di Leone X con due cardinali (1518-19, Galleria degli Uffizi).

Un altro soggetto prediletto fu la Madonna (Madonna Sistina, 1514 ca., Gemäldegalerie, Dresda; Madonna della seggiola, 1514, Palazzo Pitti). Tra gli altri quadri di soggetto religioso è necessario ricordare la Trasfigurazione (1517-1520, Pinacoteca Vaticana), rimasta incompiuta alla sua morte e completata nella parte inferiore da Giulio Romano: la tela costituirà un modello importante per i pittori del Seicento, in particolare per Caravaggio e Rubens.