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PITTORI: Jacopo Robusti detto il Tintoretto

Agostino guarisce gli appestati o sciancati di Jacopo Tintoretto

Agostino guarisce gli appestati o sciancati

 

 

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO

1549-1550

Vicenza, Pinacoteca Civica

 

Agostino guarisce gli appestati o sciancati

 

 

 

Questa tela è anche nota come Agostino che guarisce gli sciancati o anche i lebbrosi. L'opera è conservata presso la Pinacoteca Civica di Vicenza ed esprime una qualità che fu attribuita al santo con il passare dei secoli dalla devozione popolare: la taumaturgia, la capacità cioè di compiere miracoli e prodigi. Il quadro era in origine nella cappella Portogodi in san Michele a Vicenza: con la sua demolizione nel 1812, pervenne nel 1812 alla sede attuale con il legato Paolina Porto-Godi.

Al sorgere di questo aspetto religioso molto contribuirono le leggende medioevali diffuse dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, ma non sono da escludere anche gli interventi dei monaci agostiniani almeno fino al tardo Seicento nonché di devoti di qualunque estrazione sociale. Numerosi di questi episodi furono immortalati dagli artisti che produssero i cicli iconografici, nonché da opere isolate come questa del Tintoretto.

Al santo furono riconosciute anche qualità taumaturgiche di protettore dalla peste: si tratta di un attributo raro, che sembra radicato in luoghi con una forte tradizione agostiniana. L'attribuzione è anomalo nella cultualità cristiana che per la temuta peste invocava abitualmente i santi Sebastiano e Rocco. I primi esempi noti si riferiscono ad affreschi che un tempo erano visibili a Milano e a Pavia ed erano probabilmente ex-voto della popolazione o degli agostiniani stessi in ringraziamento per lo scampato pericolo.

Speciale è il caso di Cassago, che conserva memoria ancora oggi della pestilenza del 1631, quando il paese rimase indenne dal morbo a differenza dei paesi vicini. Da allora il santo è invocato Patrono del paese e se ne celebra ogni anno la festa il 28 agosto. Il ricordo dell'avvenimento è particolarmente significativo in quanto una lunga tradizione storico-devozionale identifica Cassago nel rus Cassiciacum di cui parla Agostino nelle Confessioni.

La devozione verso Agostino è accertata a Cassago già dagli inizi del XVII secolo, quando il santo viene invocato Patrono del paese dopo aver salvato i suoi abitanti dalla peste nel 1630 "Questo paese restò indenne al tempo della peste ... ... E poiché è usanza cristiana serbare memoria delle grazie ricevute e attribuirle a qualche santo protettore, questa Comunità di Cassago non dimentica di così grande favore ... per sé aggiunge e invoca l'aiuto del Beato Agostino ... tanto più che è stato tramandato che lo stesso Santo soggiornò in questo paese ..."

[Dal Chronicon dei morti, battesimi e matrimoni della parrocchia di Cassago, 1631]

 

 

Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594)

E' uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ultimo grande pittore del rinascimento italiano. Il soprannome di "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.

Nel 1547 Tintoretto si trasferì nella parrocchia di Santa Maria dell'Orto: qui iniziò una collaborazione con i canonici di San Giorgio in Alga, responsabili della chiesa, che avevano intenzione di rinnovarla. Realizzò così diverse opere, che vanno dalla decorazione dell'organo con la Presentazione di Maria al Tempio, alla Cappella Contarini, ultimata nel 1563. Nel 1550 sposò Faustina Episcopi, da cui ebbe 8 figli: Marietta, la primogenita, fu l'unica ad avere abbastanza talento da poter seguire le orme del padre. Già a 16 anni era richiesta come ritrattista da committenti di una certa importanza. Tintoretto la diede in moglie all'orefice veneziano Marco Augusta. I rapporti con la Scuola grande di San Marco continuano fino al 1566 circa, con l'esecuzione di altre tre tele raffiguranti miracoli postumi del santo: San Marco salva un saraceno durante un naufragio, Trafugamento del corpo di San Marco e Ritrovamento del corpo di San Marco.

Conclusi per il momento i rapporti con la Scuola Grande di San Marco, il pittore ottenne un incarico importante per l'Albergo della Scuola della Trinità, una confraternita minore: l'edificio si trovava dove ora sorge la chiesa di Santa Maria della Salute. Per l'Albergo della Scuola, tra il 1551 e il 1552, eseguì un ciclo di dipinti ispirati alle storie della Genesi. Una delle maggiori fonti di entrate per la bottega di Tintoretto era costituita dai ritratti, nonostante la grande concorrenza che doveva affrontare a Venezia, in particolare quella di Tiziano: sembra che in questo particolare settore l'artista si facesse aiutare dai figli Marietta e Domenico, e che la bravura della figlia al tempo fosse ben nota. La ritrattistica era un ottimo modo di farsi conoscere presso le alte sfere ed ottenere così incarichi importanti.

Nella seconda metà del secolo Tintoretto si dedicò a commissioni impegnative, in particolare cicli decorativi per chiese, scuole e per Palazzo Ducale: in queste opere, l'artista "approfondisce la componente dinamica delle composizioni", ricorrendo a scorci e prospettive che esaltano il dinamismo delle scene illustrate.

Pur ancora impegnato con la Scuola di San Rocco, Tintoretto accettò di lavorare alla ricostruzione di Palazzo Ducale, a cominciare dal soffitto della Sala delle Quattro Porte, con gli affreschi negli scomparti ideati da Francesco Sansovino: le decorazioni hanno per tema la personificazione di Venezia e i suoi domini di terraferma. Ad oltre 70 anni, nello stesso anno della morte, Tintoretto ebbe ancora la forza di dedicarsi a due grandi opere per la Basilica di San Giorgio Maggiore, gli Ebrei nel deserto rifiutano la manna e un'Ultima cena: ancora per San Giorgio, eseguì la Deposizione nel sepolcro, che si può collocare tra il 1592, data di costruzione della cappella dei morti, e il 1594, data del pagamento. Dopo una febbre di due settimane, Tintoretto morì il 31 maggio 1594 e venne sepolto, dopo tre giorni, nella chiesa della Madonna dell'Orto, nella cripta della famiglia Episcopi.