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PITTORI: Vasari Giorgio

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

GIORGIO VASARI e FEDERICO ZUCCARI

1572-1579

Firenze, Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Cupola

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco si trova all'interno del grandioso programma iconografico della cupola della cattedrale metropolitana di Firenze che è dedicata a Santa Maria del Fiore. Quando fu completata, nel Quattrocento, costituiva la più grande chiesa al mondo ed oggi è la terza in Europa dopo la Basilica San Pietro a Roma e di San Paolo a Londra. L'edificio venne innalzato sulle fondazioni dell'antica cattedrale di Firenze, dedicata a Santa Reparata, in un punto sacro della città che sin dall'epoca romana ha ospitato edifici di culto. Avviata nel 1296 su commissione della Signoria fiorentina, il Duomo fu portato a termine solo nel 1436. I primi lavori furono affidati ad Arnolfo di Cambio cui succedettero nei decenni Giotto, Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini. La cupola fu realizzata da Brunelleschi, cui seguì la consacrazione da parte di papa Eugenio IV nel 1436. La dedica a Santa Maria del Fiore avvenne nel 1412 ancora in piena fase costruttiva.

Il progetto iniziale di Brunelleschi prevedeva una decorazione della cupola a mosaici dorati per esaltare al massimo la luce che filtrava dalle finestre del tamburo. La sua morte dismise questo costoso progetto e ci si limitò a una semplice intonacatura in bianco. Il granduca Cosimo I de' Medici infine volle affrescare la grandiosa cupola scegliendo il tema del Giudizio Universale. Commissionò l'esecuzione a Giorgio Vasari, affiancato da don Vincenzo Borghini per la scelta del tema iconografico.

La scelta dei temi doveva esaltare i principi teologici emersi dal Concilio di Trento, che aveva revisionato la dottrina cattolica medievale. Il programma iconografico ha diviso la cupola in sei registri e 8 spicchi. Ogni spicchio comprende quattro scene dall'alto verso il basso a partire dalla finta lanterna centrale. Quest'ultima è circondata dai 24 vegliardi dell'Apocalisse, disposti a tre a tre per ogni spicchio.

Le quattro scene di ogni spicchio prevedono un coro angelico con gli strumenti della Passione (secondo registro); una categoria di santi ed eletti (terzo registro); una triade di personificazioni, raffiguranti un dono dello Spirito Santo, le sette virtù, e le sette beatitudini; infine, nella parte più bassa, una regione dell'Inferno dominata da un peccato capitale.

Nello spicchio est, di fronte alla navata centrale, i quattro registri diventano tre per far posto al grande Cristo in Gloria che poggia sulle tre Virtù Teologali Fede, Speranza e Carità, fra la Madonna e san Giovanni.

Vasari tuttavia morì nel 1574 Vasari dopo aver realizzato solo un terzo dell'opera. Riuscì comunque a disegnare il cerchio dei Ventiquattro anziani dell'Apocalisse più vicino alla lanterna.

La realizzazione definitiva dell'affrescatura, che perdurò dal 1572 al 1579, venne assegnata a Federico Zuccari e collaboratori, come Domenico Cresti. Nella impostazione della grandiosa scenografia alla maestosa figura del Cristo fa da contrappunto la scena infernale con Satana nella superficie opposta. Altre scene rappresentano il Coro di angeli, Cristo, Maria e i santi, le Virtù, i doni dello Spirito Santo e le Beatitudini. Nella fascia inferiore troviamo la descrizione dell'Inferno e i sette vizi capitali. Zuccari, per realizzare i dipinti, non proseguì con la tecnica vasariana "a fresco" ma preferì lavorare col metodo "a secco", che certamente è meno complicata esecutivamente, ma senz'altro facilmente deperibile. Zuccari modificò inoltre i tipi fisici dei personaggi, i costumi, il linguaggio stilistico e la gamma pittorica. Negli Eletti scelse la raffigurazione di una galleria di personaggi contemporanei, fra cui si riconoscono i committenti medicei, l'Imperatore, il re di Francia, Vasari, Borghini, Giambologna e altri artisti. Vi raffigurò persino se stesso e molti suoi parenti e amici.

Nella sezione che rappresenta la Chiesa nelle sue figure più rappresentative trovano spazio i quattro Dottori della Chiesa, fra cui Agostino nelle sue vesti episcopali alla sinistra di papa Gregorio Magno. Agostino tiene fra le mani un lungo rotolo che sta leggendo con cura. Sopra il piviale si nota decisamente il colore nero della tonaca degli agostiniani.