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PITTORI: Maestro veneto-cretese

Sant'Agostino, la Vergine e santi

Sant'Agostino, la Vergine e santi

 

 

MAESTRO VENETO-CRETESE

XVI secolo

Abbazia di Villanova (Padova)

 

Sant'Agostino, la Vergine e santi

 

 

 

E' un dipinto su tavola a fondo oro. Si tratta di un'opera di pregevole bellezza, attribuita ad un anonimo maestro veneziano-cretese della prima metà del XVI secolo. S. Michele vi è rappresentato quale lo designa la tradizione, cioè come " ductor animarum " (il condottiero delle anime) verso il Paradiso, nel quale si scorge la trionfale incoronazione della Vergine. Verso il Paradiso viene condotta da S. Michele una folta schiera di Santi. Dai simboli iconografici tradizionali si distinguono: (a sinistra) S. Pietro, S. Gelasio papa, S. Giovanni Battista, S. Antonio da Padova, S. Cristoforo, S. Francesco d'Assisi, S. Giacomo e S. Valentino; (a destra) S. Paolo, S. Domenico, S. Giovanni Evangelista, S. Marco, S. Giuseppe, S. Sebastiano, S. Caterina d'Alessandria e S. Agostino.

Nella parte più bassa del dipinto, il paesaggio, curato con estrema finezza nei minimi particolari, ci dà notizie sulla flora e sulla architettura del periodo. Si riconoscono, tra l'altro, due aceri (Acer pseudoplatanus), una quercia (Quercus cerris) e tre carpini (Carpinus betulus), mentre, sullo sfondo, appaiono gli edifici classicheggianti di una città ideale.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)