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PITTORI: Bruno Bruni D'Arcevia

Sant'Agostino e sant'Ambrogio

Sant'Agostino e sant'Ambrogio

 

 

BRUNO BRUNI D'ARCEVIA

2013

Noto, Cattedrale di san Nicolò

 

Sant'Agostino cardioforo e sant'Ambrogio

 

 

 

La pittura è stata dipinta nella fascia bassa dell'abside della Cattedrale di Noto. Bruno Bruni, che progettato e realizzato questa come altri dipinti in questa chiesa, ha qui raffigurato le ultime due figure centrali di Sant'Agostino e Sant'Ambrogio. I due santi sono seduti uno di fronte all'altro quasi fossero a colloquio. I loro visi e l'espressione che mostrano allo spettatore sono estremamente efficaci: Ambrogio ha lo sguardo rivolto verso l'alto mentre con la mano destra sta vergando un foglio. Con la mano sinistra regge un piccolo flagello, un simbolo che spesso accompagna il santo e ne ricorda le gesta di "flagello" degli eretici. In testa Ambrogio porta la mitra episcopale circondata da un nimbo giallo, che richiama la sua santità.

Di fronte a lui Agostino si slancia con il corpo e lo sguardo verso di lui con un atteggiamento di rispetto e di stupore. In testa porta una mitra molto semplice circondata dal nimbo del santo. fra le mani tiene due oggetti simbolici che lo caratterizzano nella sua iconografia. Con la destra regge un libro rosso chiuso che rappresenta la sua straordinaria produzione letteraria a servizio della Chiesa. Nella mano sinistra invece regge nel palmo della mano un cuore fiammante, altro simbolo proprio del santo che esprime il suo grande amore per Gesù e per Iddio Padre.

La scena ha come protagonisti i due vescovi che nel IV secolo si conobbero a Milano e che, con la loro azione, segnarono la cultura e l'orientamento teologico e pastorale della Chiesa. Significativamente sono stati rappresentati assieme in un unico riquadro per sottolineare la loro eccezionale interdipendenza. Gli altri due Dottori della Chiesa, san Girolamo e san Gregorio Magno, sono stati dipinti in due riquadri separati.

 

La figura di Ambrogio si staglia nettamente, per l'importanza del santo, che Agostino riconobbe come proprio maestro: rigator meus. Ambrogio fu vescovo di Milano in un periodo travagliato dell'impero romano, percorso da correnti di pensiero diverse e con rigurgiti di paganesimo. Ambrogio si palesò come il baluardo estremo del cristianesimo contro ogni avversità.

A Milano, grazie anche all'ascolto delle splendide prediche del santo vescovo Ambrogio, Agostino trovò quello che cercava, ovvero la fede in Gesù Cristo che gli dette quella gioia piena e quell'appagamento totale che aveva sempre cercato, magari affidandosi anche a dottrine, come il manicheismo, rivelatesi poi fallaci ai suoi occhi. Durante le dieci puntate della trasmissione verrà presentata la personalità di questo gigante della fede e della cultura, e sarà messo particolarmente in luce il legame tra vita e fede, fra filosofia e amicizia, fra ricerca intellettuale e amore di Dio, che rappresenta la nota distintiva della figura di Sant'Agostino.

Nella notte di Pasqua del 387 dopo Cristo, a Milano, il vescovo Ambrogio battezza Agostino, l'intellettuale di Tagaste (l'odierna Souk Arhas in Algeria), che diventerà vescovo di Ippona e che influenzerà la cultura europea con il suo pensiero, come del resto l'opera di Ambrogio darà un'impronta ai rapporti Chiesa-potere politico nel segno della reciproca autonomia. Quella solenne liturgia celebrata nella speranza che Cristo risorga, che la morte sia vinta e si compia la promessa di rinascita, è evento sul crinale tra due epoche.

 

 

Bruno Bruni d'Arcevia

Nato ad Arcevia, nell'anconetano, nel 1946, Bruni nel 1972 ha deciso di cambiare il proprio cognome prendendo quello della sua terra di origine, d'Arcevia. Ha vissuto a lungo a Roma, dove ha frequentato il Liceo Artistico e la facoltà di Architettura e dove ha lavorato per molti anni. Nel 2011 si è trasferito nella sua città natale, dove vive e ha aperto un proprio studio di lavoro. Allievo del maestro neo-gestaltico Franco Cannilla, ne ha seguito lo stile nelle prime esperienze artistiche di tipo "Neo-gestaltismo" o "Arte Programmata". In questo periodo lavora utilizzando come materia dei laminati plastici e verso la fine degli anni Sessanta avvia una ricerca pittorica che lo ha portato a percorrere a ritroso il corso della storia dell'arte italiana, in evidente contrasto con la "logica" dell'Avanguardia. Riscopre e ammira profondamente pittori come Pontormo, Rosso Fiorentino, Del Sarto. Tra il 1975 e il 1977 ha ricevuto numerosi inviti ufficiali da parte di musei Francesi e nel 1978 ha svolto la sua attività in Venezuela per eseguire, tra gli altri, i ritratti del Senatore Romulo Betaucourt e del presidente della Repubblica Carlos Andrè Perez. Tra il 1982 e il 1983, dà vita insieme al critico Giuseppe Gatt al movimento della Nuova Maniera Italiana che partecipa nel 1986 alla XI Quadriennale d'Arte di Roma. In occasione della XII Quadriennale d'Arte di Roma, Bruno d'Arcevia è inserito come uno dei 33 capiscuola italiani del secondo dopoguerra. Nel 1997 realizza per il Santuario San Francesco di Paola un affresco di circa 20 mq. Nel 2000 "The Ohio State University", lo invita a realizzare dei dipinti utilizzando la mitologia per illustrare le molteplici ricerche nel campo della diagnostica e della terapia. Nel 2007 termina gli affreschi della sala consiliare del Comune di Serra de' Conti con allegorie alle attività artigianali e d’impresa, alle attività agricole, al “Buongoverno” e allo sviluppo sostenibile.

Ad Arcevia nel 2011 viene inaugurato il Monumento ai Caduti della Polizia di Stato, un'opera scultorea.