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PITTORI: Miguel Lucas

Sant'Agostino e santa Monica a Lábrea in Brasile

Sant'Agostino e santa Monica

 

 

MIGUEL LUCAS

2008

Lábrea, chiesa di santa Monica

 

Sant'Agostino e santa Monica

 

 

 

La chiesa di Lábrea in Brasile è dedicata a santa Monica ed ha sempre avuto la vocazione di aiutare le giovani madri e le famiglie con una struttura fragile. Le situazioni familiari disastrose hanno ispirato la comunità "Santa Monica delle Madri cristiane", una associazione fondata nella parrocchia di Santa Rita a Madrid dall'agostiniano recolletto Lorenzo Infante (1905-1997). Riconosciuta canonicamente nel 1987 essa cerca di dare consolazione nella fede con la forza della preghiera quotidiana e condivisa coinvolgendo le donne madri che si sono impegnate a pregare ogni giorno per i coniugi e i propri e altrui figli.

Con questa ispirazione in uno dei più nuovi e più poveri quartieri della periferia di Lábrea è nata una comunità ecclesiale sotto la protezione di Santa Monica, esempio di moglie cristiana e madre, che con la fede, la preghiera perseverante, il buon esempio di vita e le lacrime versate per il marito Patrizio, riuscì a farlo battezzare, e dopo trent'anni di preghiera, anche suo figlio Agostino divenne cristiano.

La chiesa dedicata a santa Monica è stata completata con grande impegno e fatica.

La decorazione delle pareti all'interno della chiesa, che misura 15m x 30 m, illustra attraverso varie scene una catechesi di spiritualità agostiniana. La Santa Trinità è stata posta al centro del santuario: cerca Maria al momento dell'Annunciazione e con le sue mani materne sembra spingere il figlio a Dio. Le pareti laterali illustrano i sette miracoli e i segni del Vangelo di san Giovanni. Nella cappella del Santissimo, uno spazio dedicato all'incontro personale con Gesù, vengono ricordate le tre fonti che danno vita a questo incontro personale: la Parola di Dio (Bibbia e Vita), il pane della vita (Eucaristia) e l'amore di fratelli (Carità). La chiesa è stata inaugurata dal vescovo che ha insistito sulla attualità di santa Monica per una città come Lábrea dove sono soprattutto le madri a soffrire per molte ragioni.

Tra le opere iconografiche va senz'altro ricordata anche quella con santa Monica e sant'Agostino realizzato dall'agostiniano Miguel Lucas.

 

Presso Ostia Tiberina mia madre morì. Non tralascerò i pensieri che partorisce la mia anima al ricordo di quella tua serva, che mi partorì nella carne a questa vita temporale e col cuore alla vita eterna. Tu la creasti senza che neppure il padre e la madre sapessero quale figlia avrebbero avuto: l'ammaestrò nel tuo timore la verga del tuo Cristo.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Educata dunque alla discrezione e alla sobrietà, e da te sottomessa ai genitori piuttosto che dai genitori a te, quando compì l'età da marito fu consegnata a un uomo che servì come un padrone: e fece di tutto per guadagnarlo a te, parlandogli di te con quel suo modo d'essere di cui tu la facevi bella e pur nel suo contegno amabile e ammirevole per il marito. Quanto poi agli oltraggi da lui inflitti al letto coniugale, fu così tollerante che non ebbe mai alcun diverbio con lui a questo proposito. Aspettava che su di lui scendesse la tua misericordia, e con la fede gli desse un po' di castità. Lui era del resto capace di forti attaccamenti come facile all'ira. Ma lei riusciva a non opporre resistenza, neppure verbale - per non parlare delle azioni - al marito mentre era in collera.

Quando però l'ira era sbollita e lo vedeva tranquillo, coglieva il momento adatto per rendergli conto delle proprie azioni, nel caso che la sua furia fosse stata senza motivo. C'erano molte sue amiche che avevano mariti meno violenti, eppure portavano in faccia i segni delle percosse, a volta erano addirittura sfigurate: durante le loro conversazioni si lamentavano del modo di vivere dei mariti. Ma lei, quasi prendendole benevolmente in giro disapprovava il loro linguaggio - e in questo c'era qualcosa di serio: dal momento in cui, diceva, si erano sentite leggere solennemente il contratto matrimoniale, dovevano considerarsi schiave in forza di quel documento. Ricordassero dunque la loro condizione: non era proprio il caso di alzare troppo la testa di fronte ai loro padroni. Quelle restavano ammirate, sapendo che marito irascibile doveva sopportare: non s'era mai sentito dire, anzi non c'era il minimo indizio, che Patrizio battesse la moglie o che ci fosse stata anche una sola lite coniugale fra loro. E quando le chiedevano, in confidenza, come fosse possibile lei recitava la regola che ho ricordato. Quelle che riuscivano a osservarla poi la ringraziavano dei risultati ottenuti, e quelle che non ci riuscivano continuavano a subire vessazioni.

AGOSTINO, Confessioni 9, 9, 19