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PITTORI: Greppi

Traslazione del corpo di sant'Agostino per Casei Gerola

Traslazione del corpo di Agostino per Casei Gerola

 

 

GREPPI I.

1950

Casei Gerola, Santuario della Madonna delle Grazie di sant'Agostino

 

Traslazione del corpo di sant'Agostino

 

 

 

La scena è dipinta entro una cornice a muro nel Santuario della Madonna delle Grazie di sant'Agostino di Casei Gerola e raffigura l'episodio storico del transito del corpo di sant'Agostino per questo paese mentre procedeva per Pavia.

Come espone un cartello "la chiesa è un edificio rinascimentale la cui costruzione iniziata nel 1639 fu terminata nel 1641. La pianta è a croce latina. L'interno e l'esterno presentano decorazioni di tipo rinascimentale con lesene sulla cui sommità sono posti capitelli ionici stilizzati senza volute. L'affresco della Madonna delle Grazie fu fatto dipingere dal casellese Schiaffinati nel 1612. In questo luogo, in un anno fra il 712 e il 725, si fermò il corpo di sant'Agostino riscattato dagli infedeli dal re Liutprando per essere portato nella basilica di san Pietro in Ciel d'Oro.

La chiesa interdetta nel primo Ottocento, fu riaperta e restaurata nel 1944 da don Orione."

Nella scena il santo osserva il lungo corteo longobardo con il re Liutprando che attraversa il paese. L'episodio è affollato di numerosissimi personaggi che seguono l'andamento tortuoso della processione che porta quasi in trionfo il copro di Agostino. Oltre al re, ai guerrieri, ai cortigiani, ai religiosi, si nota una grande moltitudine di persone che accompagnano il feretro.

Agostino, in primo piano, vestito da vescovo, osserva lo snodarsi del corteo e lo saluta, quasi benedicendolo. In alto la Vergine osserva la scena in compagnia di santi. Al suo fianco si riconosce santa Monica con cartiglio in mano dove si legge "Filii Lacrimarum mearum ave" che ricorda un celebre episodio narrato dallo stesso Agostino nelle Confessioni che è l'emblema delle pervicacia con cui Monica seguì il figlio affinchè ritornasse alla fede cristiana. In braccio alla Vergine il Bambino Gesù lancia una freccia verso Agostino per indicare simbolicamente la ferita d'amore che colpì in santo quando incontrò la fede cristiana. Di fianco alla Vergine si riconosce san Rocco

Altre due scritture si possono leggere quasi in didascalia all'opera: sotto la scena si trova un passo di Agostino che recita "Vulnera me Mater Pia Cuspide dilectionis tuae" (S. Agostino, Medit. cap. 17). Sulla destra un'altra scritta ricorda chi eseguì la pittura e chi ne ordinò l'esecuzione: Rect. MDF I. Greppi a Brixia Pinxit A. D. MLM. Infine ai piedi dell'opera si legge a chiare lettere chi è il personaggio raffigurato: Sanctus Augustinus Aepiscopus Hipponae.