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PITTORI: Troja Tito

Mater Consolationis tra Santa Monica e Sant'Agostino

Mater Consolationis tra Santa Monica e Sant'Agostino

 

 

TROJA TITO

1902

Andria, Santuario della Madonna dei Miracoli

 

Mater Consolationis o Madonna della cintura tra Santa Monica e Sant'Agostino

 

 

 

La tela di Tito Troja si trova nel Santuario della Madonna dei Miracoli ad Andria ed esprime una ricerca artistica si avvicina alla lettura devozionale della Madre della Consolazione, un culto diffuso anche a Napoli, dove esiste una Chiesa intitolata a Santa Maria della Consolazione e un'altra nel culto della Mater Consolationis, con la presenza dei Padri Agostiniani.

Il Santuario, una Basilica pontificia, in origine era retto dai padri Benedettini, cui subentrarono successivamente i Padri Agostiniani. L'opera di Troja si trova nel Cappellone della navata destra: la tela misura 2,5 x 2 m e fu eseguita nel 1902. Troja vi ha ritratto la Mater Consolationis tra Santa Monica e Sant'Agostino.

La Vergine detta anche "Madonna della cintura" è seduta su un trono e distribuisce in dono una cintura a Santa Monica e a sant'Agostino. Secondo un'antica leggenda, Monica, rimasta vedova, si rivolse alla Madonna per chiederle come vestisse dopo la morte del marito. La Vergine le apparve vestita con un abito scuro e dimesso, legato in vita da una lunga cintura in cuoio. Maria si tolse la cintura e la donò a Monica, raccomandandole di indossarla sempre e di esortare coloro che avessero voluto la sua protezione a fare lo stesso.

L'iscrizione, che viene vergata da un angioletto sulla tela, attesta questa devozione: "cingulo suo confortavit nos".

La cintura è segno di fede e di legame a Dio e il riferimento teologico della "Madonna della cintura" è collocato nelle Sacre Scritture, nella profezia di Isaia, nel noto capitolo del Tronco di Jesse, che riporta al cap. 11, v. 5: Et erit Iustitia cingulum lumborum eius et Fides cinctorium renis eius, Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il culto alla Madonna della Cintura iniziato nel 1575, con la costituzione di numerose Confraternite (Confraternitas Cinturatorum), è attestato in tutta Italia. I padri Agostiniani fecero proprio, diffondendolo, questo culto, di origine orientale, della Mater Consolationis tanto che l'Ordine Agostiniano La invoca come celeste Patrona il giorno 4 settembre.

Il Santuario di santa Maria dei Miracoli, dopo i padri Benedettini che lo ressero della prima metà del Settecento, fu affidato dal Vescovo mons. Cosenza nel 1837 ai padri Agostiniani di Napoli, che nel 1886.

 

Tito Troja

Nato nel 1847 e morto nel 1916, è noto in Italia e all'estero soprattutto per le raffigurazioni dei Santi, fra cui principalmente santa Rita da Cascia, i ritratti di Papi e vari rappresentanti del clero e dell'ordine degli agostiniani, di cui divenne pittore ufficiale. Tito Troja da giovane intraprese gli studi ecclesiastici nel convento dei Benedettini di Subiaco dove scoperse il suo talento e la passione per l'arte. Per perfezionarsi si trasferì a Roma, dove morì in assoluta solitudine e povertà nel 1916. Delle sue opere, sparse in tutto il mondo, non esiste ancora un catalogo sistematico. Il suo stile si inserisce in quella corrente di pittori "tradizionalisti", che a Roma andavano per la maggiore, entrando nella scuola del Fontana, a sua volta allievo ed erede del Minardi. La sua pittura, lontanissima dalle suggestioni degli Impressionisti, si richiama al Seicento con i suoi simbolismi e allegorie, avvicinandosi alla corrente dell'Accademia e al Barocco. Il suo profilo artistico, originale e libero da manierismi, ha una meticolosa attenzione per la devozione, ispirata e presentata per aiutare la preghiera. Il conflitto politico fra Stato italiano e Stato pontificio non incentivava nuove espressioni artistiche, e i pittori prediletti da Leone XIII, più che guardare al panorama europeo, si rifacevano ai grandi maestri della pittura italiana: Tito Troja ricorre spesso ai preziosi insegnamenti di Raffaello e a volte sembra addirittura guardare a Giotto. Fra i lavori più importanti di Tito, ricordiamo la partecipazione agli affreschi per le basiliche di San Lorenzo, dei santi Apostoli e di san Salvatore a Roma, il ciclo degli affreschi di Carpineto Romano, le immagini di santa Rita (una conservata a San Pietro) a sant'Agostino e a san Nicola da Tolentino (a Malta), i ritratti di Leone XIII e del Cardinal Martinelli, un ciclo di pitture destinate alla città di Filadelfia, e L'Ultima cena a Santiago del Cile.