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PITTORI: Incisore anonimo

Agostino difensore dalle eresie

Agostino difensore dalle eresie

 

 

INCISORE ANONIMO

1850

Collezione privata

 

Agostino difensore dalle eresie

 

 

 

L'incisione ad acquaforte, di anonimo anonimo autore e dalle dimensioni 23 x 14 cm, raffigura sant'Agostino vestito da monaco mentre scrive su un gran libro aperto. Dalla sua penna si diramano tre fulmini che vanno a colpire due eretici e un serpente, il simbolo del peccato originale da cui derivano tutti gli errori umani che esprimono la lontananza dell'uomo da Dio. Agostino è vestito da monaco con la tunica dei monaci agostiniani e con la mano destra sta scrivendo sopra un grosso libro aperto.

Una folta barba gli copre le guance del viso e scende fino al petto fluente. Sulla sua testa si può notare la tonsura tipica dei monaci.

I suoi attributi episcopali, la mitra e il bastone, sono stati appoggiati su un piano, sia in segno di umiltà, sia per sottolineare la sua appartenenza ai monaci agostiniani quale loro fondatore.

Alla base della acquaforte troviamo la scritta esplicative in latino: AUGUSTINE LUX DOCTORUM, FIRMAMENTUM ECCLESIAE, FULMEN HAERETICORUM MAGNUM VAS SCIENTIAE PRO TUIS FAMULIS ROGA DEUM QUAESUMUS.

Agostino dunque, il Dottore della Chiesa, è il protettore che si erge a difendere i poveri dall'eresia grazie alla sua vasta scienza teologica.

Un fascio di luce dall'alto da sinistra scende a illuminare il santo mentre sta scrivendo.

 

All'inizio della sua attività pastorale, e ancora nel 411, Agostino con gli eretici non desiderava ricorrere ad altro mezzo che la persuasione attraverso la discussione. Più avanti negli anni e soprattutto dopo la promulgazione delle leggi di Onorio contro gli scismatici, Agostino modificò la sua posizione preoccupato della loro ostinazione. Dalla netta distinzione tra scisma ed eresia, passò a definire quest'ultima quale "scisma inveterato", e dovette ammettere la legittimità e la necessità della coercizione e del ricorso all'autorità civile. In questa prospettiva introdusse altresì il dovere per il sovrano cristiano di attenersi al magistero della Chiesa.