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PITTORI: Domenico Bruschi

Battesimo di sant'Agostino di Domenico Bruschi

Battesimo di sant'Agostino

 

 

DOMENICO BRUSCHI

1870-1910

Perugia, Museo dell'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci

 

Battesimo di sant'Agostino

 

 

 

La struttura dell'opera immaginata da Bruschi è piuttosto complessa e vede alcuni centri di attenzione che si coinvolgono l'un l'altro. La scena centrale è dettata dal battesimo di Agostino che si è immerso nella vasca battesimale. Dietro di lui un altro catecumeno aspetta il suo turno: alle sue spalle Ambrogio, vestito di bianco, procede al battesimo.

Davanti alla vasca appare con molta evidenza la nera figura di Monica in ginocchio e in preghiera che assiste alla scena affiancata da un giovane ragazzo. Intorno alla vasca vediamo una moltitudine di persone tutte vestite di bianco, così come se ne scorgono altre in lontananza o immediatamente vicine alla vasca che ha una forma ottagonale.

La scena si svolge in un luogo molto spazioso dalle architetture classiche ma con una decorazione molto vistosa dove prevalgono le forme geometriche e le curve.

Dopo aver abbandonato l'insegnamento della retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Era venuta intanto la primavera; al principio della quaresima, Agostino ritornò dunque a Milano, con Alipio e Adeodato, per ottenere l'iscrizione tra i competentes, i catecumeni cioè ritenuti maturi che avrebbero ottenuto il battesimo per la Pasqua successiva. A Milano partecipò con il vescovo Ambrogio a una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. E nella notte sul 25 aprile 387, giorno di Pasqua, egli otteneva il lavacro rigeneratore, per mezzo di Ambrogio. Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

Si tratta di una leggenda tardiva che attribuisce ai due santi, uniti in questa circostanza solenne, la composizione del Te Deum, di cui ciascuno avrebbe cantato, improvvisandola, una strofa.

Non è che una leggenda dell'alto Medioevo, ma molto bella, e piena di significato.

 

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14

 

 

Domenico Bruschi

Nasce a Perugia nel 1840.

Dopo un breve apprendistato in Inghilterra tra il 1862 ed il 1868, Bruschi si trasferì a Roma dove collaborò con Cesare Mariani, fra il 1870 e il 1871, alla decorazione del Palazzo della Consulta.

A Roma esercitò la professione di maestro di disegno ornamentale, presiedendo all'Accademia di San Luca ed ebbe l'opportunità di fare amicizia con Nino Costa entrando a far parte della sua cerchia artistica. L'attività artistica di Bruschi era iniziata a Perugia nel 1857, quando decorò la cappella di san Giuseppe nella chiesa di san Pietro. Sempre a Perugia nel 1869 affrescò, dopo il suo ritorno dall'Inghilterra, la cappella del Rosario nella navata destra di San Domenico.

Nella sua città natale fu sicuramente protagonista dell'ambiente artistico assieme ad Annibale Brugnoli.

La sua prima opera di un certo rilievo, che gli consentì di acquisire una buona fama, fu la decorazione a fresco della sala del Consiglio provinciale nel Palazzo della Prefettura. Nel 1876-1877 decorò la cappella di sant'Onofrio  e nel 1880 lavorò alla facciata del Palazzo del Vescovado. Tra le successive opere vanno senz'altro ricordate, nel 1886, gli affreschi per la Cappella dei Conti Bufalari nella chiesa Collegiata di santa Maria Assunta a Lugnano in Teverina e nel 1901 i dipinti dell'Annunziata con episodi del Nuovo Testamento e altre scene bibliche. Certamente una delle opere meglio riuscite di Bruschi è la decorazione della cappella del Crocifisso ai Santi Apostoli a Roma che venne eseguita nel 1875. A Roma Bruschi si spense nel 1910.