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PITTORI: Maestro di Donau

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI DONAU

1854-1867

Neustadt an der Donau, chiesa di san Lorenzo

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La statua di sant'Agostino di tipo processionale si trova nella chiesa cattolica di san Lorenzo a Neustadt an der Donau nella Bassa Baviera. Il santo indossa gli abiti episcopali con in testa la mitra e fra le braccia il bastone pastorale. Con entrambe le mani regge un libro aperto dove è deposto un grande cuore fiammante, il tipico simbolo che caratterizza l'iconografia agostiniana dall'epoca barocca in poi.

La statua si trova presso l'altare di san Wolfgang, il patrono della diocesi e della città di Ratisbona. A lato della statua di san Wolfang si trovano infatti quelle delle figure dei quattro Padri della Chiesa occidentali Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno. Tutte possono essere trasportate in processione. Le opere presentano tutte i caratteri stilistici del neo-gotico. L'altare fu realizzato nel periodo 1854-1867.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3