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PITTORI: Casimiro Vicario

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CASIMIRO VICARIO

1842

Aosta, Cattedrale, Cappella di san Grato

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La cappella è stata ultimata e consacrata il 12 novembre 1842. Le decorazioni sono da attribuire a Casimiro Vicario e in parte a Luigi Artari. Il lampadario a cristalli lavorato a goccia è di provenienza lionese ed è stato donato da mons. Jeans il 21 marzo 1872. La griglia in ferro fu eseguita nel 1839 da Domenico Buratti e Pietro Verdi di Ivrea su progetto dell'ing. Dogliotti. La cappella è una costruzione di importazione neoclassica con copertura a botte alle estremità e a cupola al centro. Il cornicione è retto da paraste che scandiscono i muri perimetrali. Sulle pareti oltre alle immagini di quattro personaggi rivestiti di armature medioevali il re Gontrammo di Borgogna, san Maurizio, i beati Bonifacio di Savoia fratello del conte Tommaso, morto in odore di santità arcivescovo di Canterbury nel 1259, e Amedeo IX di Savoia morto in odore di santità a Vercelli il 3 marzo 1472 figurano due quadri murali ad olio raffiguranti San Bernardo di Aosta e san Grato. Nelle volte a botte, ornato a cassettoni en trompe l'oeuil, nella cupola quattro tondi separati da candelabre, con raffigurazione dei quattro dottori della Chiesa d’Occidente: S. Gregorio, S. Agostino, S. Gerolamo e S. Ambrogio. Nei pennacchi sono raffigurati sant’Anselmo, san Giocondo, il Beato Bonifacio e il Beato Emerico I di Quart.

Agostino è raffigurato come vescovo con nella mano sinistra un cuore fiammante. Nella mano destra impugna una penna, mentre davanti a sè su un banco di nuvole è deposto un grande libro aperto. Più in là un altro libro chiuso porta sul dorso la mitra del santo. Due angioletti osservano il santo, mentre dall'alto a sinistra emerge la scritta VERITAS.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6