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PITTORI: Anonimo Marchigiano

La Pala di san Nicola da Tolentino ad Ancona Particolare della guarigione di Nicola con Agostino e Monica

Agostia

 

 

ANONIMO MARCHIGIANO

XV secolo

Ancona, chiesa di S. Agostino

 

Pala di san Nicola da Tolentino con scene della sua vita

 

 

 

La leggenda della sua vita rappresentata in questa Pala da un ignoto pittore quattrocentesco di scuola marchigiana ricorda quella narrata qualche tempo prima da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola. Anche in questa occasione si narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant'Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino.

Fece la sua professione religiosa (voti solenni) a meno di diciannove anni. Nel 1269 fu ordinato sacerdote. Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant'Agostino di Tolentino rimase fino alla sua morte nel 1305.

In due riquadri sono raffigurati Agostino e Monica: nel riquadro in basso a sinistra appaiono a Nicola ammalato, mentre nella scena centrale incoronano Nicola con il beneplacito di Dio Padre che osserva compiaciuto la scena. Nicola regge con la mano sinistra un libro aperto dove si legge PRAECEPTA PATRIS B. AUGUSTINI SERVAVI, a ricordare il suo legame profondissimo con il grande Dottore della Chiesa a cui si richiamavano gli Agostiniani delle origini.

Celebri sin dal Medioevo sono i cosiddetti "panini miracolosi" di san Nicola, che servirono anche per la raccolta di farina da parte dei fedeli che si recavano al santuario e che dettero nome anche alla compagnia cerretana degli "affarinati", citata anche dal vescovo urbinate Teseo Pini nel suo Speculum Cerretanorum. Viene ricordato il 10 settembre.

La sua tomba, a Tolentino, è conservata con venerazione dai fedeli.

Il celebre santo marchigiano ha una propria amplissima iconografia, che ne trattano la vita e i miracoli. A Tolentino sorge la più bella e grande Basilica in suo onore. In diverse rappresentazioni Nicola viene raffigurato assieme ad Agostino, di cui fervente seguace sin dalla gioventù, quando indossò la tonaca nera degli agostiniani nel Trecento. Fu un asceta rigidissimo con se stesso e dolce e comprensivo con i poveri, i bisognosi e gli ammalati. Grande confessore, fu pieno di umana compassione per ogni tipo di miseria. L'incondizionata obbedienza, il distacco completo dai beni terreni, l'umiltà e la modestia furono costanti della sua vita.

Intorno a lui c'è sempre un'aura di prodigio, che comincia dalla nascita, avvenuta quando i genitori parevano destinati a non avere figli. Nel processo per la canonizzazione, aperto vent'anni dopo la sua morte, 371 testimoni verranno a parlare dei suoi moltissimi miracoli.