Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Antonello da Messina

PITTORI: Antonello da Messina

Sant'Agostino vescovo di Antonello da Messina a Palermo, Pinacoteca Nazionale

Sant'Agostino vescovo

 

 

ANTONELLO DA MESSINA

1470-1473

Palermo, Pinacoteca Nazionale

 

Agostino vescovo e san Marco

 

 

 

 

Nella prima metà del Quattrocento Napoli è il crocevia di artisti di tutta Europa, un crogiolo di differenti stili figurativi francesi, fiamminghi, spagnoli, meta di miniatori, decoratori, architetti. Alla visione fiamminga, estremamente fedele alla realtà, Antonello affianca ben presto una sintesi formale di costruzione prospettica dell'immagine in cui gli oggetti occupano uno spazio e occupandolo, lo definiscono. Questa geniale sintesi tra particolarismo fiammingo e figurativo toscano si compi nell'ambito della lezione di Piero della Francesca. Questo incontro assicurerà ad Antonello una plasticità sconosciuta ai nordici, ottenuta con mezzi semplici e giochi di luce. L'opera fu acquisita nel 1873 dalla Galleria Nazionale suscitando dubbi sulla sua attribuzione, che furono sciolti dopo i restauri del 1952. Assieme agli altri dottori della Chiesa verosimilmente costituiva uno dei pinnacoli di un disperso Polittico: forse quello eseguito per Caltagirone di cui si ha un pagamento nel 1473.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

Antonello da Messina

Antonello nasce a Messina verso il 1430 da Giovanni scalpellino e da Garita. Fra il 1450 e il 1455 lavora a Napoli nella bottega del Colantonio, un pittore di talento in contatto con artisti dell'area borgognona e fiamminga. Alternando continui viaggi e soggiorni in Sicilia, conosce una rapida evoluzione, con la pittura di Crocifissioni e una serie di personaggi avvolti da affascinante mistero. Tappa culminante della sua carriera è il soggiorno a Venezia nel 1474-1476, dove dipinge pale di grande impegno artistico.