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PITTORI: Bellini Gentile

Sant'Agostino e San Nicola di Bari

Sant'Agostino e San Nicola di Bari

 

 

BELLINI GENTILE

1475-1500

Venezia, Ca' d'Oro - Galleria Giorgio Franchetti

 

Sant'Agostino e San Nicola di Bari

 

 

 

L'opera si presenta sotto forma di altarolo di una struttura più complessa. La scena raffigurata ci mostra due santi sul lato destro e sinistro: si tratta di Sant'Agostino e di San Nicola di Bari. Attualmente l'opera è conservata a Venezia, alla Ca' d'Oro presso la Galleria Giorgio Franchetti.

Il santo è stato raffigurato come vescovo. Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

Gentile Bellini

Nato a Venezia verso il 1429 fu chiamato Gentile, in onore di Gentile da Fabriano, maestro di suo padre Jacopo. Nel 1460 col padre e col fratello Giovanni, Gentile dipinse la pala per la cappella del Gattamelata nella Basilica del S. Antonio a Padova. Al 1464 risalgono le Ante Marciane, dove si nota l'influenza di Mantegna. Dal 1466 proseguì la decorazione della Scuola Grande di San Marco, iniziata dal padre e nel 1469 venne nominato eques e comes palatinus dall'imperatore Federico III. Col fratello Giovanni nel 1471 aprì una bottega che, negli anni Novanta del Quattrocento, ebbe  qualche relazione con quella aperta a Venezia da Marco Palmezzano. Tra il 1472 e il 1473 circa porta a termine la tavoletta della National Gallery di Londra con il Cardinal Bessarione e il Reliquario, commissionata nel 1472 dalla Confraternita della Carità. Viene nominato ritrattista ufficiale dei dogi, che ritrasse in molti profili appesi bella Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale. Tra il 1479 e il 1480 visitò Costantinopoli al seguito di una missione diplomatica alla corte del sultano Mehmet II, di cui fece un ritratto.

Nel 1474 fu incaricato di ridipingere su tela le storie affrescate, verso il 1420, da Gentile da Fabriano e da Pisanello nella Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale. A questo periodo è databile il Ritratto del doge Giovanni Mocenigo, ora al Museo Correr di Venezia. Per la Scuola di san Giovanni Evangelista realizzò altri tre famosi teleri: la Processione in piazza San Marco (1496), il Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo (1500) e la Guarigione di Pietro de' Ludovici (1501). La sua ultima opera conosciuta è la Predica di san Marco ad Alessandria, iniziata nel 1504, a cui lavorò fino alla morte lasciandola incompleta. Fu terminata da Giovanni.