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PITTORI: Leonardo da Besozzo

Sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

Sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

LEONARDO DA BESOZZO

1430

Napoli, chiesa di san Giovanni a Carbonara

 

Sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

 

L'affresco è conservato nella lunetta del portale quattrocentesco che si trova lungo la parete meridionale della originaria chiesa agostiniana. L'architrave e la cornice disegnano un arco a sesto acuto e portano gli scudi della casata dei nobili Angiò-Durazzo. I sovrani Ladislao e Giovanna II ebbero un ruolo importante nelle committenze a favore del complesso monumentale. Guardarono sempre con favore ai bisogni della comunità degli eremitani, che in quegli anni viveva i fermenti della riforma osservante guidata dal priore e beato Cristiano Franco da Villafranca.

Probabilmente il portale, arricchito da una fine decorazione con motivi classici, divenne solo in seguito l'accesso principale alla chiesa, forse nell'occasione in cui Giovanna II fece edificare la "gradinata' che conduceva sulla collinetta, sostituita dal monumentale e scenografico scalone di Ferdinando Sanfelice. L'affresco viene attribuito all'artista lombardo Leonardo da Besozzo, che giunse a Napoli dopo il 1421. Fino a quell'anno infatti è documentato nel cantiere del duomo di Milano con il padre Michelino. Le prime realizzazioni pittoriche dell'artista nella chiesa di San Giovanni a Carbonara furono le figure di san Giovanni Battista e di sant'Agostino nelle nicchie del mausoleo di re Ladislao, realizzato verso il 1430. Si può pertanto considerare coevo anche il suo intervento nella lunetta angioina. San Nicola presenta la tradizionale iconografia del sole sul petto, del giglio nella mano destra e del libro aperto nella sinistra e compare accanto alla figura del padre spirituale Agostino. L'affresco rivela i resti di un fondo azzurro colmo di stelle. Il volto giovanile del Beato Nicola è caratterizzato dalla testa reclinata e da una curiosa smorfia delle labbra, che richiama il san Nicola del Salimbeni che si trova nella chiesa di sant'Agostino a Fermo.

La morbidezza del panneggio ricorda inoltre il gusto della koinè tardo gotica marchigiana, che non sembra estranea al linguaggio eclettico del pittore "de Mediolano".

Agostino sotto il piviale porta l'abito nero dei monaci eremitani nel rispetto della consuetudine agostiniana di mostrarlo ai fedeli come fondatore dell'Ordine. In testa porta la mitra, mentre regge un libro chiuso con la mano sinistra. Il suo viso pensieroso esprime la saggezza della vecchiaia con la abbondante barba che gli scende fin sul petto.