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PITTORI: Paolo da Caylina il Vecchio

Allegoria della dottrina di sant'Agostino di Paolo da Caylina il Vecchio

Allegoria della dottrina di sant'Agostino

 

 

PAOLO DI CAYLINA IL VECCHIO

1400-1450

Libreria del convento di san Barnaba a Brescia

 

Allegoria della dottrina di sant'Agostino

 

 

 

 

Nella Libreria del convento di san Barnaba a Brescia fu dipinta una scena di eccezionale vastità che occupa l'intera parete est, detto dell'allegoria della dottrina di sant'Agostino, che viene interpretata come nave della fede, con un simbolismo assai scoperto e di facile lettura, aiutato nondimeno dalle numerose legende in iscrizioni su cartigli. l'insieme della composizione è in monocromo verde, ravvivato da lumeggiature grigie, che ben si accordano con il cielo tinto d'ocra, come al nascere dell'alba.

In primo piano c'è in vasto porto nel quale domina un imponente veliero, con vela spiegata e il Cristo crocifisso, mentre a destra si distinguono un gran numero di barche. Al di là del porto si sviluppa un vasto paesaggio collinare, sopra il quale si stende un ampio cielo.

A destra della nave, sempre nell'ampio bacino lunato del porto, sono molti vascelli scuri e sottili che simboleggiano le varie interpretazioni della dottrina di Agostino, che il santo ha ricevuto dal Padre Eterno attraverso Cristo crocifisso e santa Monica. Alcuni di questi vascelli portano figure di frati. Sul bordo di alcune imbarcazioni sono ancora in parte leggibili i nomi delle varie "religioni" che si richiamano ad Agostino. In cielo, ai lati della grande vela, sono angeli musici in volo con leggere e svolazzanti tuniche, con lunghe tube da cui pendono drappi verdi caricati al centro di scudo nero partito di bianco. Altri angeli tengono cartigli e altri ancora sono posti soprai vari vascelli a spiegazione della simbologia: un grande cartiglio ricorda che queste sono le 34 religioni che con solenne professione seguono la regola di sant'Agostino: si salvano con il felice naviglio e sotto la sua guida.

 

Eremitani a Brescia

Non è nota né la data esatta né il luogo della prima sede di insediamento degli Eremitani di Sant'Agostino a Brescia. Il loro arrivo in città dovrebbe risalire alla metà del XIII secolo. Nel 1286 o nel 1298 il vescovo di Brescia Berardo Maggi diede l'avvio alla costruzione di una nuova chiesa di san Barnaba in sostituzione della precedente e un nuovo, più grande convento per gli Agostiniani. Il favore del vescovo Maggi nei confronti dei frati è testimoniato nell'autorizzazione ai fratelli di san Barnaba di dedurre una nuova condotta d'acqua per il convento che ne era privo. Nel 1333-1335 la cattedra vescovile vacante fu diretta dal frate agostiniano Tommaso e nel corso del Trecento per due volte la carica vescovile fu detenuta da frati di san Barnaba. Nel 1346 la comunità di san Barnaba era composta da 37 religiosi. Nel secolo successivo anche gli Eremitani di san Barnaba, al pari degli altri enti religiosi bresciani furono soggetti a un processo di grave decadenza. Nel 1457 a causa della loro condotta scandalosa furono espulsi dalla città e sostituiti il 21 luglio 1457 da una comunità dell'Osservanza di Lombardia del medesimo ordine. Gli osservanti si occuparono presto della ricostruzione di parte degli edifici del convento e nel 1490 fu realizzato un grande ambiente da destinare a libreria, dove Pietro da Cemmo affrescò un importante ciclo sulla vita di sant'Agostino. Negli anni 1632-1659 si procedette alla trasformazione della chiesa in stile manieristico-barocco. Nel 1797 gli stessi frati fecero richiesta di soppressione del convento.

 

Paolo de Caylina

Paolo Caylina è conosciuto come il Vecchio (per distinguerlo dal nipote Paolo Caylina il Giovane) e Paolo da Brescia (Brescia, tra il 1420 e il 1430 - dopo il 1486). Scarse sono le notizie della sua vita: nel 1451 abitava a Brescia e nel 1458 dipinse un polittico, conservato nella Galleria Sabauda di Torino. Sue opere sono: Il chiostro della chiesa di S. Maria degli Angeli (metà del Quattrocento) gli affreschi della Santa Marta nella Chiesa della Maddalena a Bienno.

Paolo Caylina il Vecchio, detto anche il Maestro di Nave, è il cognato che stilisticamente è più vicino al Da Cemmo dello stesso Foppa. E' lui il pittore che meglio richiama gli affreschi della Allegoria di sant'Agostino, anche se non si nota la fragilità e la tristezza tipica dei suoi volti. Le soluzioni date alla grande scena, quasi derivata da pagina xilografica di una Biblia pauperum richiamano le analoghe scene nell'abside della Pieve della Mitra a Nave. Sono comunque ben evidenti gli influssi stilistici sia del Da Cemmo che soprattutto del Foppa, che lavorarono in quegli anni a stretto contatto in committenze agostiniane.