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PITTORI: Paolo da Caylina

Madonna in trono tra i santi Lorenzo ed Agostino

Madonna in trono tra i santi Lorenzo ed Agostino

 

 

PAOLO DA CAYLINA il Vecchio

1460-1480

Brescia, Collegiata dei SS. Nazaro e Celso

 

Madonna in trono tra i santi Lorenzo ed Agostino

 

 

 

La Madonna col Bambino tra i santi Lorenzo e Agostino è un dipinto a tempera su tavola (115x131 cm) di Paolo da Caylina il Vecchio, realizzato fra nel periodo 1460-1480 e conservato nella sacrestia della Collegiata dei Santi Nazaro e Celso a Brescia.

Il dipinto, distinto in tre tavole, raffigura san Lorenzo a sinistra, la Madonna in trono con in grembo il Bambino Gesù al centro e sant'Agostino a destra. I due santi somo riconoscibili anche per la presenza dei tradizionali simboli legati alla loro iconografia: una graticola per san Lorenzo, unita alla palma del martirio, un pastorale e un libro per sant'Agostino. Al mondo dei calzolai e dei conciatori di pelli, da dove proviene la commissione dell'opera, sono legati la lesina e la lama raffigurati ai piedi dei due santi. La Madonna centrale è raffigurata seduta su un ricco trono con aspetto che privilegia la forma architettonica, alle cui spalle emergono due angeli che contornano la figura.

Il trittico è stranamente assente da tutta la letteratura artistica antica, nonché dai numerosi inventari dei beni patrimoniali presenti nell'archivio della collegiata. La prima notizia sull'opera è il breve commento fatto da Pietro Da Ponte nel catalogo della grande mostra sulla pittura bresciana del 1878. Da Ponte attribuiva l'opera a Bartolomeo Vivarini. Antonio Morassi, nel 1939, attribuì il dipinto a Giovanni Pietro da Cemmo o a un artista a lui vicino. Le tavole furono restaurate dopo il 1940 portando alla luce i due simboli ai piedi dei santi, la centinatura delle tavole e la base del trono della Madonna. L'opera negli anni '70 ha goduto di un nuovo restauro.

La prima attribuzione a Paolo da Caylina il Vecchio fu avanzata da Ffoulkes e Maiocchi nella loro monografia del 1909 su Vincenzo Foppa, cognato del Caylina. I due studiosi segnalano l'opera nella quarta cappella a destra della chiesa della collegiata e ne attribuiscono la commissione alla gilda dei calzolai. Tale riferimento deriva dall'iscrizione riportata sulla tavola centrale, sotto il trono della Madonna, dove si legge: "Hoc. op.(v)s f(ecit). f(ieri). vnive(r)sitas et conve(n)t(vs) dicre.or ... / artificvm. confertor(vm) caligarior(vm). civis et ... / svb. maia. m. franc(iscvs). de fvmo nigro. z. fin... ". I confertor(vm) e i caligarior(vm) sono, effettivamente i conciatori di pelle e i calzolai. L'attribuzione a Paolo da Caylina il Vecchio troverà poi largo riscontro in tutta la critica successiva.

Dal punto di vista temporale la critica è concorde nel collocare l'esecuzione dell'opera tra il polittico di Mortara, prima opera firmata e datata 1458, e gli affreschi nella cappella della Vergine della chiesa di Santa Maria del Carmine a Brescia, firmati e datati 1486.