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PITTORI: Anonimo di Chiarano

Pitture esterne della chiesa di S. Antonio

Pitture esterne della chiesa di S. Antonio

 

 

ANONIMO DI CHIARANO

1481

Chiarano, chiesa di sant'Antonio

 

La Vergine e sant'Agostino

 

 

 

 

Il nucleo centrale della parte alta di Chiarano è la piazzetta con il lavatoio e l'antica chiesa di S. Antonio. Gli affreschi all'esterno sono databili intorno al XV secolo: uno raffigura una Madonna con Bambino, con ai lati Sant'Agostino e, probabilmente, San Bernardino; sul lato destro dell'affresco, una iscrizione in latino ricorda un'indulgenza e porta la data del 1481. Sotto l'iscrizione vi sono due quadri con figure di Santi. A destra dell'ingresso invece un grande affresco con la figura di San Cristoforo che reca sulle spalle il Bambino Gesù. Sotto la scritta è raffigurato il Cristo che esce dal sepolcro con attorno i simboli della Passione; ai suoi lati S. Bernardo e S. Bernardino. Sotto ancora ci sono tre figure di santi; l'immagine sulla destra rappresenta senza dubbio S. Rocco. Staccata da queste scene e figure, oltre la porta laterale in pietra grigia, vi è la grande figura di S. Cristoforo che reca sulle spalle il Bambino Gesù. Fra i due affreschi si intuisce la presenza di un affresco più antico, anch'esso riportante una scritta. L'interno della chiesa è a tre campate, con avvolto a crociera. Una bella descrizione della chiesa è stata lasciata da Rainer Maria Rilke, ospite per due volte ad Arco: "... sulle ragazze e sulle donne, sedute in quell'ora dentro sulle panche, pioveva un vivo bagliore diffuso in molte piccole luci che dai capelli ricadevano sulle spalle e quivi aderivano proprio come i petali di una grande rosa che a poco a poco si sfogli. [...] Non sono più andato a Chiarano, nel timore di non ritrovar più questa piccola chiesa."

La Vergine e sant'Agostino

La Vergine e sant'Agostino

Sul soffitto del presbiterio sono raffigurati i quattro evangelisti con accanto gli animali che li simbolizzano. L'altare ligneo contiene una tela con S. Fabiano papa e S. Agostino, vescovo di Ippona, mentre la statua di S. Antonio abate occupa la posizione centrale. Sulla parete Nord vi è una scritta che ricorda due benefici alla chiesa e alla vicinia di Chiarano. Su lato opposto vi è il ricordo di un intervento di salvaguardia della chiesa ad opera di soldati austriaci nel 1917; i nomi di due di loro sono scritti all'interno dello sperello che chiude un piccolo armadio a muro, nella sacrestia. I motivi floreali che abbelliscono l'arco santo ricordano quelli presenti nella chiesa di S. Rocco. Gli affreschi quindi potrebbero risalire alla seconda metà del Quattrocento.

Alla base dell'arco sono, una opposta all'altra, due figure di santi, probabilmente S. Rocco e S. Bernardino. Nella parte centrale della chiesa erano dipinte scene della vita di un santo monaco o eremita; solo un lacerto però è stato conservato, altri dettagli sono appena percepibili. Alla base del secondo arco è la figura di S. Paolo con la grande spada ed il libro. Il pavimento è in parte di quadrelli in cotto, in parte di pietre di diverse dimensioni. La porta principale è in pietra locale con il simbolo di S. Bernardino sull'architrave.

 

Papa Leone X° con Bolla 3 Gennaio 1513, assegnò la Pieve di Chiarano col suo territorio comprendente le attuali parrocchie di Ceggia, Cessalto, Campagna e Grassaga (compresa quella di Fossà eretta in parrocchiale nel 1938) alla Mensa Abbaziale o Canonica dei Regolari della Congregazione di S. Salvatore di Venezia nell'ordine di Sant'Agostino. L'anno seguente questi la cedettero all'altro Monastero dei Canonici Regolari, del loro stesso Ordine, di S. Antonio di Castello. Da allora questi inviarono periodicamente a Chiarano e nelle altre sue Cappelle, i loro sacerdoti per la cura delle anime. Questa amministrazione durò fino al 1773 per 260 anni, allorché l'Ordine veneziano fu soppresso dalla Repubblica Veneta. Chiarano e le filiali ritornarono sotto il Vescovado di Ceneda e i beni ed i diritti dei Canonici Regolari, prima divennero proprietà demaniale e poi la Repubblica ne vendette il giuspatronato alla Famiglia Zeno.