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PITTORI: Crivelli Carlo

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino

 

 

CARLO CRIVELLI

1486-1488

Tokyo, National Museum of Western Art

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La tavola raffigura sant'Agostino vestito da vescovo, mentre porta in mano una serie di libri che identificano come il grande Dottore della Chiesa che ha segnato la spiritualità occidentale. L'origine del pannello è di provenienza incerta. Lo storico dell'arte Zeri lo ha associato ad altre tavole disperse in vari musei, proponendoli come parti di un altare realizzato da Crivelli per la chiesa di san Lorenzo a Castel San Pietro. In alternativa si presuppone che il gruppo di opere facesse parte realizzato da Crivelli nel 1487 per Castel Tirosino. La tavola di Tokio è certamente relativa ad Agostino per la presenza sotto l piviale della tunica nera dell'Ordine agostiniano. Inoltre la presenza di un pacco di libri in mano sembra fare un riferimento alla grande quantità di libri che il santo scrisse a favore della ortodossia cattolica.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

 

 

Figlio del pittore Jacopo, Carlo nasce a Venezia e segue la lezione di Bellini e dei Vivarini. Frequentando a Padova la bottega dello Squarcione si avvicina alle novità decorative che seguiranno anche Mantegna, Giovanni Bellini e i ferraresi. Per motivi giudiziari emigra in Dalmazia e poi dal 1468 si trasferisce nel marchigiano tra Fermo e Ascoli, dove svilupperà il meglio della sua arte.