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PITTORI: Pietro da Cemmo

Sant'Agostino allo scrittoio

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

GIOVANNI PIETRO DA CEMMO

1500-1507

Bergamo, Biblioteca Mai, Ordo manualis conventus sancti Augustini Cremae

 

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

 

La miniatura è una lettera iniziale C tratta dal manoscritto "Ordo manualis conventus sancti Augustini Cremae, al foglio 10r.

Inquadrato da fregi con fiorami, candelabri, animali mostruosi e protomi umani. In basso sant'Agostino allo scrittoio intento a vergare un foglio. Agostino è seduto alo scrittoio intento a scrivere su un foglio. Ha l'aspetto vegliardo con una folta barba bianca, la mitra in testa e un nimbo che gli avvolge il capo. Sotto l'abito episcopale si nota chiaramente la nera veste dei monaci agostniani, che lo hanno sempre ritenuto il loro vero fondatore.

 

Come dichiarato nell'"incipit", questo Messale manuale di piccole dimensioni, venne scritto e miniato per il convento S. Agostino di Crema. Tra i codici sopravvissuti provenienti da quel convento, è il volume di maggior pregio. L'ornamentazione è di mano di un unico maestro, che è stato recentemente identificato in Giovanni Pietro da Cemmo, che alla più nota attività di affrescatore, ha affiancato anche quella di miniatore. Lo stile della decorazione tiene ampiamente conto dei maggiori testi del Rinascimento padano. Questo messale sembra posteriore agli Antifonari cremonesi scritti da Apollonio da Calvisano nel 1495 e quasi certamente va datato al periodo in cui venne decorato il refettorio del convento cremasco, che fu terminato nel 1507. Il genere di cantonali e/o di umboni, si manifesta frequentemente su Antifonari, Corali, Graduali e Salteri. L'ornamentazione su metallo costituita dall'agnello crucifero, dalla Madonna ed il Bambino – fregio notato in analoga foggia sulla contrograffa di una legatura presente nella stessa Biblioteca Mai -, e dal sole raggiato, sono analoghi a quelli presenti sul cuoio delle legature del tempo. Caratteristiche per le legature italiane coeve, le zigrinature che sono state realizzate nel metallo. La ricchezza ornamentale della ferramenta non è inusuale, come testimoniano due inedite legature coeve custodite nel Museo Diocesano di Brescia.

 

Giovanni Pietro da Cemmo

Giovanni Pietro da Cemmo (nato probabilmente a Cemmo nel XV secolo) è stato un pittore di grande rilievo in Lombardia nel Quattrocento. Alcuni affreschi nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Esine sono stati attribuiti a Giovanni Pietro Da Cemmo, così come la Sibilla Persica nella Chiesa di San Rocco a Bagolino. Le notizie sulla vita dell'artista sono assai scarse: si conosce con certezza che fu attivo dal 1474 al 1504 in una vasta area comprendente la bresciana ed il cremonese. Giovan Pietro discende probabilmente da una famiglia di pittori che da Treviglio si stabilirono a Cemmo, in Valcamonica, nel XV secolo e che era conosciuta come De Grechis. Tra i componenti di questa famiglia sono ricordati mastro Ghirardo e mastro Paroto, che nel 1447 firmò un polittico per la pieve di San Siro di Cemmo. Si nota nel suo stile, almeno fino al 1486 una impronta goticheggiante di stampo lombardo-veneto, mentre nell'ultimo periodo compreso tra il 1498 ed il 1504 si rintraccia una influenza di Vincenzo Foppa e del Bramante.