Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Andrea di Niccolò

PITTORI: Andrea di Niccolò

Sant'Agostino vescovo e san Biagio di Andrea di Niccolò

Sant'Agostino con san Biagio

 

 

ANDREA DI NICCOLO'

1440-1514

Firenze, Galleria Luigi Bellini di Giuseppe e Mario Bellini

 

Sant'Agostino vescovo e san Biagio

 

 

 

Nella Galleria Luigi Bellini di Giuseppe e Mario Bellini è conservata quest'opera di Andrea di Niccolò (1440-1514), un dipinto su tavola che raffigura "Sant'Agostino e San Biagio". 

San Biagio o San Biagio di Sebaste fu un vescovo cristiano che visse tra il III e il IV secolo a Sebaste nell'attuale Armenia in Asia Minore. Il santo è venerato sia dalla Chiesa cattolica che celebra la sua memoria il 3 febbraio sia dalla Chiesa ortodossa.

Biagio di professione era medico e venne nominato vescovo della sua città. Durante una persecuzione  motivo della sua fede fu gettato in carcere dai Romani. Nel corso del processo che ne seguì, rifiutò di rinnegare la fede cristiana. Venne condannato ad un supplizio atroce in quanto fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato nel 316.

San Biagio morì da martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell'Impero Romano (313). Una motivazione probabile del suo martirio può essere trovata nelle contese tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (314), che portarono a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.

Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sabaste. Ma nel 732 una parte dei suoi resti mortali furono imbarcati, per essere portati a Roma. Una tempesta bloccò il viaggio a Maratea, dove i fedeli accolsero le reliquie, il "Sacro torace", e le conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio.

In varie altre città sono custoditi frammenti del suo corpo: a Carosino (un pezzo della lingua, conservato in un'ampolla incastonata in una croce d'oro massiccio), a Caramagna Piemonte (un pezzo del cranio), nel santuario di Cardito (un ossicino del braccio), a Palomonte, a Penne (il cranio), nel Duomo di San Flaviano a Giulianova (il braccio di San Biagio in un raffinato reliquiario in argento). Nella parrocchia di Lanzara sono conservate due piccole ossa della mano, nella cattedrale di Ruvo si venera una reliquia del braccio, nella chiesa a lui dedicata a Dubrovnik si conserva, secondo la tradizione, il cranio. A Ostuni è conservato un pezzo di osso, a San Piero Patti (Messina) è custodito un molare del Santo, a Mercato Vecchio di Montebelluna, nella chiesa a lui dedicata è custodito un pezzo di veste.

I fedeli si rivolgono a san Biagio, nella sua qualità di medico, anche per la cura dei mali fisici e in particolare per la guarigione dalle malattie della gola: è tra i quattordici santi ausiliatori.

Nella città di Milano, dove il culto di san Biagio è molto vivo, è tradizione mangiare insieme in famiglia ciò che è rimasto del panettone natalizio.

 

 

Andrea di Nicolò di Giacomo (documentato a Siena dal 1450 al 1529) nasce attorno all'anno 1440. Nel 1469, si sposa con Angelica di Francesco di Michele. Nel 1470, collabora con Giovanni di Paolo nell'esecuzione di alcune opere per l'Ospedale di S. Maria della Scala a Siena; nello stesso anno, realizza un tabernacolo per l'Oratorio della Compagnia di S. Bernardino. Nel 1477 affresca Scene della vita di San Lucia sulla stessa facciata dello stesso Oratorio. Nel febbraio 1509 è tra i testimoni in una causa contro un certo Neroccio di Benedetto. La sua pittura risente l'influenza del Vecchietta, del Neroccio e di Matteo di Giovanni, ed è rappresentativa della pittura senese nel secondo Quattrocento. L'ultimo suo lavoro è l'affresco datato 1514 a S. Maria a Piantasala a Casciano di Murlo.