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PITTORI: Miniaturista Ms. b. II

Sant'Agostino vescovo a l'Escorial

Sant'Agostino vescovo

 

 

MINIATURISTA MS. B. II

1493-1498

Madrid, Reale Biblioteca del Monastero del Escorial

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

 

Questa bella miniatura di sant'Agostino è opera del XV secolo ed è riportata in un Breviario detto Breviario de los Reyes Catòlicos che è conservato a Madrid nella Biblioteca Reale del Monastero dell'Escorial. Il manoscritto è noto con la sigla Ms b. II 15 F. 459v. Il codice fu realizzato per la regina Isabella di Spagna probabilmente dal parigino Alexandre Ruperto, che lavorò per la casa reale spagnola tra il 1493 e il 1498. La scena presenta Agostino seduto in cattedra vestito da vescovo con in testa una mitra, mentre è intento a leggere e commentare un libro aperto. Indossa un mantello violaceo, semplice, con bordo decorato dorato, ma senza sfarzo.

La mano destra è alzata e sembra toccarsi il cuore mentre con la sinistra impugna il pastorale. Lo sguardo è vivo, il viso giovanile. La miniatura è opera di un anonimo autore di scuola spagnola che risale al XV secolo, il cu stile risente degli stilemi del secolo. Lo sfondo è costituito da un grande locale con una apertura finestrata a tre fornici di gusto goticheggiante. Fra le apertura rettangolari si riesce a intravedere un paesaggio ricco di vegetazione.

Lo scranno è particolarmente elaborato, con due leoncini ai suoi lati e uno schienale ricco di decorazioni. L'ampio panneggio, il diffuso cromatismo riescono a dare alla scena una forte vivacità che contrasta con la ieraticità del santo. La scena è ambientata in un locale con chiare architetture di stile gotico: due finestrelle sullo sfondo permettono di ampliare lo sguardo all'orizzonte lontano con una bella vista di una rigogliosa campagna. Questa raffigurazione ha goduto di una grande popolarità anche in seguito inserendosi nel filone iconografico che rappresenta Agostino come vescovo.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6