Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Anonimo tedesco

PITTORI: Anonimo tedesco

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

ANONIMO TEDESCO

1480-1490

Graz, Biblioteca dell'Università, ms. 17, f. 188v

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Questa miniatura che raffigura sant'Agostino si trova nel manoscritto ms. 17, f. 188v, noto come Graduale et Sequentiarum Seccoviense. Il manoscritto, opera di un amanuense tedesco della fine del Quattrocento è conservato a Graz, presso la Biblioteca della locale Università. Il manoscritto proviene dalla Abbazia di Seckau retta dai Canonici Regolari dal 1142 al 1782. Questi monaci di regola agostiniana si erano trasferiti a Seckau dalla già esistente comunità di Sankt Marein a Knittelfeld.

La chiesa abbaziale, una basilica romanica, venne eretta tra il 1143 e il 1164. Per secoli è stata il luogo di sepoltura della famiglia degli Asburgo dell'Austria Interiore.

Nel 1883 il monastero fu ricostruito dai Benedettini della arciabbazia di Beuron.

La miniatura è dipinta all'inizio dell'introito per la festa di Agostino e presenta il santo visto di tre quarti, con dalmatica blu e piviale rosso.

Agostino regge il pastorale con la destra appoggiandolo alla spalla. In testa porta la mitra immersa nell'aureola dei santi. Nella mano sinistra alza un grande cuore, sproporzionato rispetto alle dimensioni del santo, che è trafitto da due frecce incrociate. Queste genere di rappresentazione iconografica del santo era particolarmente diffusa nelle regioni tedesche e costituisce l'interpretazione grafica di un celebre passo delle Confessiones (9, 2, 3), dove il santo scrive: sagittaveras tu cor meum charitate tua. Motivi simbolici simili a questo sono già presenti nel XIV secolo. Da notare in basso la presenza di uno stemma non identificato, che probabilmente va riferito al committente, che si presume sia stato il priore Johannes Durenberger, sotto il cui governo (1480-1510) fu scritto il volume.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3