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PITTORI: Anonimo tedesco

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

ANONIMO TEDESCO

1495

Graz, Biblioteca dell'Università, ms. 2067 II, f. 179v

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Il Graduale Proprium de sanctis propone questa miniatura con l'immagine di sant'Agostino alla lettera D del foglio 179v. L'opera, di anonimo miniaturista tedesco, risale al 1495 ed è conservata a Graz, nella Biblioteca dell'Università, dove è pervenuto nel 1961, come ms. 2067 II. Il voluminoso testo (cm 60,5 x 44 la pagina) proviene dal convento domenicano di san Nicola a Danzica.

Considerata la più antica della città, la chiesa annessa al convento fu eretta probabilmente in legno nel XII sec. Ricostruita in mattoni dai domenicani giunti nel 1227, deve il suo aspetto attuale ai rimaneggiamenti degli anni 1340-1380. Al suo interno si conserva un grande organo del 1755 e un polittico a cinque registri del 1643.

La miniatura raffigura il solo Agostino in paramenti episcopali sovrastati dalla tunica eremitana con la cintola ai fianchi. In testa porta la mitra e nella mano destra tiene ben saldo il bastone pastorale. Il santo ha un volto giovanile, senza barba ed è inserito nel capolettera dell'inno D[e profundis tenebrarum]. Una serie di raggi di luce lo circonda esaltandone la figura. Nella mano sinistra regge un cuore, un simbolo che lo contraddistingue iconograficamente e che è particolarmente diffuso nelle espressioni artistiche nella regione tedesca. La miniatura si trova posizionata nella sezione dedicata agli inni nel secondo tomo di un graduale composto da due volumi, datati 1493 (il primo) e 1495 (il secondo).

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3