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PITTORI: Filippo Lippi

Particolare della figura Agostino nella pala Barbadori Pala Barbadori: la Vergine e il Bambino con i santi Frediano ed Agostino

Pala Barbadori: la Vergine e il Bambino con i santi Frediano ed Agostino

 

 

FRA FILIPPO LIPPI

1438

Museo del Louvre, Parigi

 

Pala Barbadori: la Vergine e il Bambino con i santi Frediano ed Agostino

 

 

 

Filippo Lippi è un pittore fiorentino nato verso il 1406 e morto a Spoleto nel 1469. L'opera che raffigura la Vergine con il Bambino attorniati da angeli, da san Frediano e sant'Agostino è detta anche Pala Barbadori e fu dipinta nel 1438. Si tratta di una tavola di notevoli dimensioni poiché misura 2,08 m di altezza e 2,44 m di larghezza. Costituisce il pannello principale di un Polittico ordinato l'8 marzo 1437 dai capitani di parte guelfa in ossequio alle volontà testamentarie di Gherardo Barbadori per abbellire l'altare di questa famiglia nella chiesa di Santo Spirito a Firenze. Gli elementi della predella che narrano gli episodi di San Frediano che storna il fiume Serchio, l'annuncio alla Vergine della sua prossima morte, e il sant'Agostino nella sua cella monastica sono conservati a Firenze nella Galleria degli Uffizi. Può darsi che il pittore abbia voluto ritrarsi nel viso del giovane monaco appoggiato alla balaustra di sinistra. L'opera è entrata al Louvre nel 1814.

È una tempera su tavola datata al 1438. La tavola è conservata al Louvre di Parigi, mentre i tre scomparti della predella sono agli Uffizi. Gherado di Bartolomeo Barbadori, morto senza figli nel 1429, lascia i suoi averi ai Capitani di Orsanmichele perché realizzassero a Santo Spirito una cappella dedicata a san Frediano, patrono del quartiere. La cappella venne costruita nella sagrestia della chiesa e il 7 luglio 1433 si decise di collocarvi una pala, da una lettera di Domenico Veneziano a Piero de' Medici del 1 aprile 1438 sappiamo che la pala non era ancora finita. Nella tavola la Madonna (che fa da perno da tutta la composizione) col Bambino sono adorati a destra da sant'Agostino e a sinistra da san Frediano, messi in posizione obliqua. Il fondo, composto da un recinto architettonico che si apre su una finestra aperta su un paesaggio collinare, è gremito di angeli perfettamente simmetrici. A sinistra, dietro la balaustra, comparirebbe un autoritratto del pittore.

Con il soggetto di quest'opera è stato realizzato un francobollo per il S. Natale del 1992 dallo Stato di Saint Kitts e Nevis, uno stato insulare dell'America Centrale che corrisponde ad un piccolo arcipelago formato da due isole principali delle Piccole Antille.

 

 

Filippo Lippi

Filippo di Tommaso Lippi nasce a Firenze nel 1406 da una famiglia modesta, che abita in Oltrarno nella contrada detta Ardiglione presso il convento del Carmine. Rimasto orfano a due anni, è allevato dalla sorella del padre, Monna Lapaccia, che sei anni dopo lo affida ai frati del Carmine. Il caso vuole che dal 1422, grazie al testamento del ricco mercante Felice Brancacci, la chiesa di Santa Maria del Carmine diventi lo scenario di un evento dirompente per la storia della pittura italiana. Il Brancacci fa costruire per la sua famiglia una cappella la cui decorazione viene affidata nel 1424 a Masolino da Panicale. Questi porta con sé nell'impresa il giovane Masaccio (1401-1428), uno dei massimi geni dell'arte del Rinascimento.

Ritroviamo con certezza Fra Filippo a Firenze nel 1437 quando un certo Jacopo di Filippo orafo si fa garante per lui su un anticipo di 40 fiorini per la pittura della Pala dell'altare Barbadori nella chiesa di Santo Spirito (oggi al Louvre). Nello stesso anno viene terminata la cosiddetta Madonna di Tarquinia, eseguita per il cardinale Vitelleschi, arcivescovo di Firenze dal 1435 al 1437, uno dei capolavori di Lippi.

Nel frattempo il Lippi nel 1442 era stato nominato da papa Eugenio IV Rettore e Abate Commendatario a vita della chiesa di San Quirico a Legnaia, presso Firenze, e subito investito del beneficio. Da una nota del 1447 risulta che anche il fratello Giovanni fosse stato addetto alla stessa chiesa. Il beneficio non avrebbe però risolto i continui problemi economici del frate. Ai primi del 1452 comincia per fra Filippo la lunga avventura della decorazione del Coro della Pieve di Santo Stefano a Prato, che lo occuperà fino al 1465.

Stanziata per gli affreschi e la vetrata la somma di 1.200 fiorini e ricevuto nel marzo del 1452 il rifiuto del Beato Angelico, il Comune di Prato decide di affidare il prestigioso incarico a fra Filippo, che subito accetta e si reca a Prato.

Le committenze medicee, già iniziate col 'San Gerolamo' per Piero il Gottoso e con la Pala per la Cappella del Noviziato in Santa Croce richiesta da Cosimo il Vecchio (1445-1450), si intensificano dopo il 1456-1458 grazie al grande favore incontrato presso Alfonso d'Aragona dalla Pala che Cosimo il Vecchio gli ha mandato in dono (e di cui restano solo due pannelli laterali nel museo di Cleveland). Nel 1466 Filippo è già al lavoro nel cantiere di Spoleto. L'Opera del Duomo di quella città lo incarica di affrescare con Storie della Vergine la Tribuna della Cattedrale e già a febbraio del 1466 il pittore riceve denaro per pagare oro e azzurro. A Spoleto il pittore morirà, fra l'8 e il 10 di ottobre del 1469, e sarà sepolto nel Duomo.