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PITTORI: Lorenzo da Viterbo

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

LORENZO DA VITERBO

1475-1499

Londra, Asta Christie's 26 giugno 1970

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

La tavola costituisce un elemento d'insieme di una pala di ben maggiori dimensioni. Il soggetto del dipinto è sant'Agostino vestito da vescovo. Il santo è ritto in piedi con tutti i suoi attributi episcopali. In testa porta la mitra cerchiata da un nimbo, mentre con la mano sinistra regge il bastone pastorale. Con la mano sinistra regge un libro aperto che sta leggendo. Il suo viso ha un aspetto giovanile e senza barba. La tavola misura in altezza cm 85 e 43 cm in larghezza La critica letteraria attribuisce l'opera a Lorenzo da Viterbo, un pittore del tardo Quattrocento, che lo realizzò fra il 1475 e il 1499. La tavola apparteneva ad una collezione privata romana fino a quando è comparsasul mercato antiquario ad all'Asta Christie's a Londra il 26 giugno 1970, n. 47.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

Lorenzo da Viterbo

Si ignora la sua data di nascita. Fu comunque attivo a Viterbo dal 1462 al 1472 dove dipinse varie tavole di un discreto interesse artistico. Le notizie circa la sua vita e la sua attività artistica sono alquanto scarse. Di sicuro è stato uno dei protagonisti, accanto ad Antoniazzo Romano, dell'orizzonte culturale e pittorico della regione romana nella seconda metà del Quattrocento. Entrambi subirono la significativa influenza del grande pittore di scuola forlivese Melozzo da Forlì. Niccolò della Tuccia, un cronista viterbese del tempo, ha lasciato scritto che "Maestro Lorenzo figliolo di Jacopo di Pietro Paulo" abitava "alla porticella, la quale va alla chiesa della Trinità in piano di Santo Faustino".

L'attività di Lorenzo è documentata a partire dal 1462. In quell'anno l'artista, che già deteneva il titolo di maestro, fu invitato a Roma per dare l'assenso al matrimonio di una nipote. Nel 1469, non ancora venticinquenne, porta a compimento gli affreschi della cappella della famiglia Mazzatosta in Santa Maria della Verità a Viterbo. Nel 1472 firma la sua ultima opera nota, peraltro non finita: si tratta della pala d'altare nella chiesa di san Michele a Cerveteri, che raffigura la Madonna con i santi Michele e Pietro.