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PITTORI: Mazone Giovanni

Sant'Agostino, San Michele Arcangelo, Episodi della vita di san Nicola da Tolentino

Sant'Agostino, San Michele Arcangelo, con in predella episodi della vita

di san Nicola da Tolentino

 

 

MAZONE GIOVANNI

1466

Milano, Collezione privata

 

Sant'Agostino, San Michele Arcangelo con episodi della vita di san Nicola da Tolentino

 

 

 

La scena che raffigura sant'Agostino appartiene ad uno scomparto di polittico nella cui predella vengono descritti alcuni episodi della vita di san Nicola da Tolentino, il primo santo dell'Ordine agostiniano. In queste due nicchie oltre a Sant'Agostino è stato raffigurato San Michele Arcangelo. Realizzato con la tecnica della tavola, lo scomparto misura cm 130,5 in altezza e 64,5 in larghezza 64.5. L'opera è stata segnalata nel 1967 a Milano in una collezione privata e successivamente a un'Asta Finarte del 6 febbraio - 7 marzo 1971.

In precedenza l'opera apparteneva alla Collezione Balbo Bertone conservata a Torino. Ernesto Balbo Bertone di Sambuy (nato a Vienna nel 1837 e morto a Torino nel 1909) fu senatore del Regno d'Italia nella XV legislatura ed è stato sindaco di Torino tra il 1883 ed il 1886.

Il sant'Agostino dipinto da Mazone raffigura il santo nel rispetto della iconografia classica, dove viene presentato come un vescovo. In testa porta la mitra e con la mano sinistra regge il bastone pastorale. la mano destra invece tiene aperto un libro dove si scorgono delle scritte. Agostino indossa un elegante e raffinato piviale, sotto cui si nota l'abito nero dei monaci agostiniani. Questo particolare induce a credere che la committenza sia agostiniana, tenuto conto che sovente il santo viene dipinto mettendo bene in evidenza l'abito nero degli eremitani, che così facendo volevano esprimere la loro diretta derivazione, come Ordine, dal santo vescovo di Ippona.

 

 

 

Mazone Giovanni

Con ogni probabilità nacque ad Alessandria verso il 1433 da una famiglia di artigiani pittori, emigrati dalla Liguria da diverse generazioni.

Nel 1453, raggiunta la maggior età, si mette in proprio come "pictor"  e apre bottega a Genova, dove lavora fra il 1455 e il 1460 nella contrada di San Siro. nella città ligure svolse la sua lunga attività artistica sino al 1511, quando lo colse la morte.

Nel mutato clima culturale quattrocentesco, Mazone risentì profondamente dei nuovi influssi artistici che si irradiavano da Firenze, centro del neonato Rinascimento. Famoso ai suoi tempi, la sua produzione è stata trascurata nei secoli successivi, così come la pittura genovese quattrocentesca, a favore della nuova sensibilità che privilegiava toscani, fiamminghi e seguaci di Leonardo.

I suoi lavori vennero rivalutati dal critico d'arte da Federico Alizeri che riscoprì le vicende della sua vita, evidenziando la notorietà raggiunta egli incarichi, che ricoprì a Genova nella seconda metà del Quattrocento.

Da questi studi emerge un Mazone maestro di una fiorente bottega, non solo pittore, anche pure intagliatore, scultore, decoratore di fregi ornamentali per le case dei ricchi signori genovesi. La formazione di Mazone è ancora oggetto di studi: forse conobbe in età giovanile la scuola veneta, ma ben preso si adeguò al gusto ligure. Qualche storico ipotizza anche legami e influssi con gli ambienti provenzali e catalani.