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PITTORI: Maestro milanese

Battesimo a Milano di Agostino, Alipio e Adeodato

Battesimo a Milano di Agostino, Alipio e Adeodato

 

 

MAESTRO MILANESE

1492

Milano, Basilica di sant'Ambrogio, Atrio

 

Battesimo di Agostino a Milano

 

 

 

Secondo la testimonianza di Carlo Romussi, giornalista e uomo politico (Milano 1847-1913), nell'atrio della Basilica ambrosiana esisteva un affresco che raffigurava il battesimo di Agostino. Dell'opera ne dà testimonianza con una fotografia che pubblicò nel 1897 nel suo libro "Sant'Ambrogio - I Tempi - L'uomo - La Basilica,  Memorie Raccolte da Carlo Romussi con 20 Fototipie e 118 Zincotopie intercalate nel testo". Il volume venne stampato a Milano dall'Editore Arturo De Marchi. Nel capitolo IX che tratta della Conversione di Agostino e dei suoi rapporti con il vescovo Ambrogio, a pag. 53 scrive testualmente: "... nell'atrio si vede tuttora un affresco a chiaroscuro che rappresenta il battesimo di Agostino, di Adeodato e di Alipio. E' una composizione farraginosa di figure vestite tutte alla moda sforzesca; l'influenza di Leonardo è attestata dal fregio con medaglioni e dalla data che vi si legge del 1492."

L'affresco, la cui esistenza viene testimoniata nella foto, ha una struttura complessa e piena di personaggi. Al centro si nota il vescovo Ambrogio che sta battezzando tre persone inginocchiate, Agostino, Alipio e Adeodato. La scena si svolge in un grande spazio che si sviluppa all'interno di un edificio dall'architettura rinascimentale. Sono presenti e partecipi alla scena un gran numero di persone che affollano senza soluzione di continuità l'edificio basilicale dove si svolge la cerimonia battesimale.

Dopo l'episodio del tolle lege, e qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Era venuta intanto la primavera; al principio della quaresima, Agostino ritornò dunque a Milano, con Alipio e Adeodato, per ottenere l'iscrizione tra i competentes, i catecumeni cioè ritenuti maturi che avrebbero ottenuto il battesimo per la Pasqua successiva. A Milano partecipò con il vescovo Ambrogio a una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. E nella notte sul 25 aprile 387, giorno di Pasqua, egli otteneva il lavacro rigeneratore, per mezzo di Ambrogio. Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

Si tratta di una leggenda tardiva che attribuisce ai due santi, uniti in questa circostanza solenne, la composizione del Te Deum, di cui ciascuno avrebbe cantato, improvvisandola, una strofa.