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PITTORI: Incisore anonimo

Madonna col Bambino fra due angeli con i santi Agostino, Monica e Nicola da Tolentino

Madonna col Bambino fra i santi Agostino, Monica e Nicola da Tolentino

 

 

INCISORE ANONIMO

1480-1490

Monaco, Staatliche Graphische Sammlung

 

Madonna col Bambino fra due angeli con i santi Agostino, Monica e Nicola da Tolentino

 

 

 

Questa stampa del tardo Quattrocento raffigura la Vergine col Bambino in braccio fra due angeli assieme ai santi Agostino, Monica e Nicola da Tolentino, posti sul piano inferiore. L'opera è conservata a Monaco allo Staatliche Graphische Sammlung. Non si conosce il nome dell'incisore. La xilografia rappresenta sue due paini distinti la Vergine e i santi dell'Ordine agostiniano: alla Madonna con il bambino Gesù tra due angeli fa da contrappeso, al piano inferiore, la figura "pastorale" di sant'Agostino, di santa Monica e del santo tolentinate Nicola nel momento del miracolo delle pernici. Al di sopra dell'aureola di Nicola si nota la stella premonitrice.

In alto, scortata da due angeli, la Vergine Maria con il Bambino siede su una falce di luna: è un chiaro riferimento alla mulier amicta sole et luna sub pedibus che si trova in Apocalisse 12, 1.

La composta distribuzione degli elementi che compongono la scena, oltre al preciso e sicuro tratto dell'incisore sono o il risultato di un accurato e diligente studio preparatorio oppure la conseguenza della presa visione di una più impegnativa opera pittorica coeva.

Da notare ai piedi di Agostino la presenza di un fanciullo con in mano un cucchiaio che armeggia di fronte a una pozzanghera e nello stesso tempo con la mano destra invita Agostino.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa.

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Agostino nella mano sinistra regge inoltre un cuore fiammante trafitto da una freccia. Si tratta di due simboli che caratterizzano il santo e lo rendono iconograficamente molto riconoscile.