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PITTORI: Maestro di Pesaro

Il portale della chiesa di sant'Agostino a Pesaro

Il portale della chiesa di sant'Agostino a Pesaro

 

 

MAESTRO DI PESARO

1398-1413

Pesaro, chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

Lungo l'architrave della monumentale entrata della chiesa di sant'Agostino a Pesaro sono scolpite sette figura, fra cui al centro è visibile sant'Agostino. L'edificio è di antica fondazione agostiniana e risale probabilmente al 1258. Costruita in stile romanico, subì nel tempo notevoli modifiche che ne modificarono l'impianto architettonico: nel 1300 fu trasformata in stile gotico grazie all'intervento della famiglia Malatesta che la abbellì con il raffinato portale in pietra scolpita Certamente straordinario è il portale romanico gotico, costruito tra 1398 e il 1413.

La struttura di forma ogivale a grosso sguancio è riccamente ornata di fregi, bassorilievi, e statue poste in eleganti edicole, che ne accentuano le linee architettoniche. Sopra la porta è posto un architrave in cui sono scolpite sette figure: due Angeli, due Profeti e due Santi con al centro il mezzo busto di S. Agostino. Nelle quattro statue delle edicole del portale si riconoscono S. Monica, S. Francesco, a sinistra e una Santa martire e S. Pietro, a destra. Nelle formelle invece sono stati raffigurati S. Guglielmo, S. Nicola, un frate rappresentante la Carità, un altro frate in contemplazione, S. Agostino, S. Lorenzo.

Il portale fu realizzato all'epoca della dominazione dei Malatesta su richiesta dei fedeli. Ai lati della trabeazione compaiono gli emblemi sia della città (lo scudo quadripartito) che dei Malatesta (lo scudo con banda a scacchi).

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6