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PITTORI: Maestro di Pukanec

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI PUKANEC

1450-1500

Pukanec, chiesa di san Michele

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa bella tavola che raffigura sant'Agostino al suo scrittoio appartiene a una serie di dipinti che si trovano nella chiesa di san Michele a Pukanec. Il santo è raffigurato come santo Dottore della Chiesa mentre è seduto davanti al suo scrittoio circolare dove sono deposti alcuni strumenti del suo lavoro di scrittore. Si possono riconoscere un calamaio, una penna, un piccolo libro chiuso, una probabile lente di ingrandimento e un rotolo di carta dove si può osservare un rigo musicale. Un elegante leggio si eleva dalla superficie del tavolo e regge un libro aperto. Agostino lo sta osservando con attenzione avendo in mano due strumenti che gli servono probabilmente per modificare il testo. Sul retro del leggio si apre una porticina che introduce a uno spazio segreto.

Agostino ha un viso ed aspetto molto giovanile. Indossa una tunica monacale, ma in testa porta la mitra episcopale. L'intera scena si svolge all'interno di un piccolo ambiente con due finestre e una porta. Dalle due finestre, di stile gotico come del resto la struttura della camera e dei mobili, entra la luce sufficiente a rischiare il luogo di lavoro di Agostino.

 

Il villaggio di Garamszentbenedek fu fondata come città mineraria nel 1075 e per la prima volta è indicato come "Baka". Nel 1156 nel villaggio è menzionato come "Terra Banensium" mentre nel 1290 per la prima volta è definito in ungherese nella odierna forma di "Pukanec". Nel 1323 gli abitanti hanno ricevuto privilegi da parte del re e nel 1345 diventa una città reale libera. L'importanza mineraria della città impone nel 1405 di cominciare a lavorare alla fortificazione della città. Nel 1510 viene costruita la chiesa gotica ma dalla metà del secolo la città è soggetta a continui attacchi turchi. I turchi più volte (nel 1640, 1652 e 1664 ) hanno occupato e saccheggiato la città, ma nel 1686 vennero espulsi e re Leopoldo I ripristinò i privilegi della città vecchia. Nel 1774 restava in funzione ormai solo una miniera d'oro, mentre le altre miniere si erano gradualmente esaurite. Ogni attività estrattiva fu abbandonata nel 1875.