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PITTORI: Sanguigni Battista

Santa Monica in una miniatura dell'Antifonario di San Gaggio in San Marco a Firenze

Santa Monica

 

 

SANGUIGNI BATTISTA

1432

Firenze, Museo di San Marco, 58r dell'Antifonario di San Gaggio

 

Santa Monica

 

 

 

L'autore di questa miniatura è Battista di Biagio Sanguigni, un artista che apparteneva all'orizzonte culturale ed artistico della Firenze del primo Quattrocento. La figura rappresentata è santa Monica e si trova in una lettera a pag. 58r dell'Antifonario di San Gaggio dipinto con la tecnica dell'inchiostro, penna e bolo. La miniatura è rimasta sostanzialmente alla fase preparatoria, con la sola stesura del bolo che serviva come base per la foglia d'oro. Nonostante santa Monica sia stata resa sul fondo con la sola traccia del pennello, è possibile apprezzare la grande capacità di disegno di Battista di Biagio Sanguigni, caratterizzata da una incredibile precisione e delicatezza. Monica appare qui a tre quarti di corpo con in mano un libro chiuso, e la mano destra appoggiata sul cuore. Il suo gesto probabilmente allude alle Sacre Scritture, che Monica amava profondamente e che conosceva bene dato che da giovane, grazie alla provenienza da una famiglia cristiana e benestante, le fu permesso di studiare.

La santa porta in testa il nimbo e indossa la tipica tonaca, nera anche se qui manca il colore, delle suore agostiniane. Questo particolare iconografico è tipico nelle commissioni di origine agostiniana, poiché in tal modo si voleva riaffermare con forza l'appartenenza all'Ordine di una santa di tale grandezza, madre per di più di Agostino, ritenuto non senza validi motivi, come il vero fondatore dell'Ordine agostiniano dato che veniva seguita la sua regola. In realtà Monica non fu mai una religiosa, nemmeno dopo la morte del marito Patrizio.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37

 

 

Battista di Biagio Sanguigni

Recentemente è stata proposta la sua identificazione con il cosiddetto Maestro del 1419 (attivo 1393-1451) un pittore attivo nell'area fiorentina nella prima metà del Quattrocento. La definizione di Maestro del 1419 deriva dal pannello centrale di un ormai smantellato trittico raffigurante la Madonna col Bambino in trono commissionato da Antonio di Domenico Giugni per la chiesa di Santa Maria in Latera e ora tenuto presso il Cleveland Museum of Art che è datato 1419.

Il suo stile si avvicina notevolmente a quello di Lorenzo Monaco. Verso il 1415 il medesimo artista dipinse i due pannelli esterni di un trittico della Madonna con Bambino e i santi Giacomo il Maggiore e il Minore, Giovanni Battista e Antonio Abate, ora di proprietà di una collezione una svizzera. Questi dipinti evidenziano la sua dipendenza dallo stile gotico e suggeriscono che l'artista aveva familiarità con l'opera di Gherardo Starnina e Alvaro Pirez.

Tra il 1425 e il 1427 il Maestro dipinse un altro trittico raffigurante san Giuliano e consegnato al collegio di San Gimignano, dove si evince l'influenza di Masolino da Panicale.