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PITTORI: Maestro umbro

Sant'Agostino, Santa Monica e San Nicola da Tolentino

Particolare di Santa Monica

 

 

MAESTRO UMBRO

1475-1500

Località sconosciuta

 

Sant'Agostino, Santa Monica e San Nicola da Tolentino

 

 

 

Questo insieme di tavole costituisce un piccolo altarolo portatile. La tavola centrale raffigura santa Monica, mentre ai lati le due tavole di dimensioni dimezzate, per potersi richiudere come finestre sulla tavola principale, hanno per soggetto sant'Agostino vestito da vescovo e san Nicola da Tolentino. Sant'Agostino è vestito da vescovo con la mitra in testa. Nella mano destra regge un gran libro chiuso contro il petto, mentre con la sinistra regge il bastone pastorale. La figura del santo è quasi stilizzata, il che rende esalta la figura del santo, il cui volto, piuttosto anonimo, è esaltato dalla dinamicità del corpo in movimento.

A destra si trova san Nicola da Tolentino in abiti monacali agostiniani, con la tipica tunica nera e la cintola ai fianchi. In mano regge un grosso libro appoggiato sul petto. Il triangolo di chiusura riposta sopra la figura di Agostino l'Angelo annunciante, mentre sopra san Nicola troviamo Maria Vergine annunciata.

Al centro della composizione si trova santa Monica vestita da monaca, con nella mano destra un libro chiuso e nella mano sinistra un fiore.

L'autore dell'altarolo è sconosciuto, ma certamente apparteneva all'orizzonte culturale umbro della fine del XV secolo. E' altrettanto probabile che il committente sia un membro dell'Ordine agostiniano o un facoltoso donatore che l'ha commissionato per un monaco agostiniano. Agostino, Monica e san Nicola da Tolentino sono infatti tre santi onorati da grande devozione in quest'Ordine. San Nicola è anzi il primo santo agostiniano proclamato dopo la costituzione dell'Ordine nel 1256.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22