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PITTORI: Georg Stäber

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

STABER GEORG

1485

Sankt Florian, Abbazia lateranense

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Nel pannello laterale dell'altare, che fu commissionato per la chiesa di St. Florian da Leonhard Riesenschmied, prevosto dell'abbazia dal 1483 al 1508, troviamo questa interessante raffigurazione di un celebre episodio legato alle leggende iconografiche medioevali agostiniane. L'opera mostra nello scomparto centrale l'iconografia trinitaria del Trono di Grazia, mentre ai lati compaiono le scene dell'Ascensione di Cristo, a sinistra, e della Morte della Vergine, a destra. Sotto queste scene sono stati raffigurati rispettivamente Agostino e il Bambino sulla spiaggia e Leonhard Riesenschmied, associando in tal modo la figura del prevosto dei canonici, che reggevano la chiesa, con quella del committente dell'opera. Il santo mentre passeggia riflettendo sul mistero della Trinità incontra un bambino che sta giocando con l'acqua. In questo caso l'incontro non avviene in riva al mare, ma lungo un corso d'acqua che scorre vicino a una città, che si vede sullo sfondo. Accanto alle abitazioni munite di mura e di torri un uomo armato fa la guardia davanti alla porta di accesso in prossimità di un ponticello che scavalca un corso d'acqua che lambisce gli abitati. Sullo sfondo il fiume va a disperdersi in uno specchio d'acqua che si allarga, quasi fosse un gran lago delimitato da colline e monti in mezzo a foreste. Una imbarcazione naviga sul piano lacustre. Agostino in abiti episcopali, con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano sinistra si è fermato attratto dal bambino ai suoi piedi, nudo e riccioluto, che attira la sua attenzione. Agostino regge con la mano sinistra un libro chiuso su cui sta meditando e sembra spostare stupefatto la sua attenzione verso proprio quel bambino che con un cucchiaio ha scavato una buca e  cerca di riempirla con l'acqua.

Tra i due intercorre un dialogo che ha per argomento il mistero della Trinità.

Questo episodio leggendario soppiantò quello della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

 

L'abbazia lateranense di san Florian fu fondata nel 1071 da Altmann, vescovo di Passau, e affidata ai canonici agostiniani. Secondo una leggenda, la struttura sorgerebbe sul luogo di sepoltura di San Floriano martire morto nel 304. L'originaria architettura medioevale fu sostituita dallo stile barocco con lavori che interessarono l'intero edificio fra il 1686 e il 1751. Carlo Antonio Carlone fu l'architetto che avviò i lavori seguito successivamente da Jakob Prandtauerk. L'interno della chiesa presenta otto cappelle laterali. A sinistra del coro si trova la cappella dell'ultima cena e a destra quella della Croce. Seguono le cappelle dedicate a San Floriano, a Sant'Agostino, a Sant'Anna e agli Angeli Custodi. Gli affreschi dell'abbazia furono realizzati da Anton Gumpp e dal suo allievo Melchior Seindl. Tra gli ambienti dell'edificio centrale notevoli sono la pinacoteca e la biblioteca che vanta circa 150.000 volumi ed è considerata una delle biblioteche conventuali più importanti d'Austria. Tra i preziosi manoscritti importantissima è la Bibbia gigante di St. Florian, che è databile attorno al 1150.