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PITTORI: Bartolomeo Vivarini

La vergine in trono, Agostino e santi

La vergine in trono, Agostino e santi

 

 

VIVARINI BARTOLOMEO

1477

Morano Calabro, Collegiata della Maddalena

 

La vergine in trono, Agostino e santi

 

 

 

Questo splendido Polittico di Bartolomeo Vivarini, una tavola di 200×260 cm, si trova a Morano Calabro nella, Collegiata della Maddalena.

In un periodo in cui le committenze nel meridione erano abbastanza frequenti, allo stesso modo del Trittico di Zumpano (Cosenza) o della Vergine con Santi nella Basilica di S. Nicola a Bari, questo polittico di Vivarini raggiunse il Sud Italia. Questa opera in origine era tuttavia collocata nel complesso monastico quattrocentesco francescano di San Bernardino.

Il Polittico del Vivarini era collocato sotto l'arco che sovrasta l'altare maggiore della chiesa del monastero.

L'opera fu realizzata nel 1477 da Vivarini probabilmente su commissione del feudatario Geronimo Sanseverino. Alcuni storici sostengono che fu invece il vescovo Rutilio Zenone a richiederla per destinarla al Monastero di San Bernardino da Siena. Dopo un accurato restauro, dal 1995 il polittico è custodito presso la cappella di San Silvestro, nella sagrestia della Collegiata della Maddalena. Di grandi dimensioni, l'opera esprime una sfarzosa struttura architettonica, che ospita diversi personaggi nelle sezioni di cui si compone.

Lungo la colonna sinistra troviamo, scendendo dall'alto verso il basso, san Giovanni Battista, san Nicola di Bari e santa Caterina d'Alessandria. Sulla colonna di destra sono visibili san Gerolamo, sant'Agostino, con la tunica nera vestito da vescovo e santa Chiara d'Assisi. L'ampio spazio centrale ha permesso la collocazione della Vergine Maria in trono con il Bambino. Ai suoi due lati si ergono in piedi san Francesco d'Assisi a sinistra e san Bernardino da Siena a destra. Nella cimasa, in posizione centrale, è raffigurato un Cristo morto, fra sant'Antonio di Padova a sinistra e san Ludovico da Tolosa a destra. La predella forma una lunga base con il Cristo benedicente e i dodici apostoli. La scelta iconografica rispecchia la cultualità dell'ordine dei Minori Osservanti titolare del monastero fino alla sua soppressione.

Significativa in tal senso la presenza delle figure dei fondatori dell'ordine francescano Francesco d'Assisi, Antonio da Padova e Ludovico da Tolosa, oltre a quella di San Bernardino titolare del monastero. La posizione centrale di Maria, sovrastata dall'immagine del Cristo morto, richiama il ruolo centrale della Vergine che, come Regina Coeli, intercede presso il Figlio. Questa scelta del pittore interpreta visivamente uno dei temi centrali della predicazione di san Bernardino. Opera matura del Vivarini, fra le più significative della sua arte, questo polittico è l'unica testimonianza dell'artista veneto in Calabria assieme al trittico del 1480 della chiesa di San Giorgio a Zumpano. L'opera risente dell'influsso della pittura di Giovanni Bellini nonché del siciliano Antonello da Messina, soprattutto nei delicati dettagli del panneggio della Vergine, nella sua postura in trono e nell'equilibrio dei volumi.

 

 

Bartolomeo Vivarini

Nasce a Murano verso il 1440, membro della famosa famiglia di artisti veneziani Vivarini come suo maggiore fratello Antonio Vivarini e il nipote Alvise Vivarini.

La sua formazione giovanile matura probabilmente con il fratello maggiore Antonio, con cui collabora dopo il 1450, ma a differenza di Antonio, l'arte di Bartolomeo è molto influenzata dalla pittura del circolo padovano di Francesco Squarcione. Quando visitò Padova entrò in contatto con le novità di Andrea Mantegna e degli squarcioneschi, assimilando i nuovi traguardi con entusiasmo, come si può notare nella pala d'altare del 1464 per l'Accademia di Venezia. Nel 1459 dipinge San Giovanni di Capistrano (Louvre, Parigi) opera che esprime in pieno il suo stile austero ed individuale.

Attivo soprattutto a Venezia e nella provincia delle piccole città dell'entroterra veneto, la sua prima opera datata risale al 1448 e rivela una intensa sensibilità grazie ad una maggiore plasticità delle forme. Gli incontri patavini furono importanti per la sua crescita stilistica, in quanto tutte le sue opere più famose sono posteriori a questo periodo: sono le pale d'altare realizzate a Venezia nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo (1473), Santa Maria dei Frari (1474), e San Giovanni in Bragora (1478) e l'Accademia (1477).

La sua ultima opera datata è un trittico del 1491 che si trova a Bergamo dove si crede sia stato attivo negli ultimi anni della sua vita. Muore nel 1499 a Venezia.