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PITTORI: Maestro di Amsterdam

Agostino e il mistero della Trinità

Agostino e il mistero della Trinità

 

 

MAESTRO DI AMSTERDAM

1640-1650

Utrecht, Museum Catharijneconvent

 

Agostino e il mistero della Trinità

 

 

 

In quest'opera lo sconosciuto pittore ci presenta una versione del tutto speciale del mistero della Trinità che Agostino ha indagato a lungo.

L'opera che risale al 1640-1650 propone una raffigurazione nuova di un tema iconografico abbastanza diffuso, che di solito presenta le versione di Agostino che incontra un bambino sulla spiaggia.

Qui Agostino, elegantemente vestito da vescovo di Ippona e padre della Chiesa, è piuttosto dedito a un colloquio con un ragazzo che lo ritrae su un cucchiaio. Secondo la leggenda, Agostino stava camminando lungo la spiaggia per meditare sul mistero della Trinità quando ha incontrato un ragazzo che giocava con un cucchiaio per creare il mare in una fossetta. Quando Agostino gli stava obiettando che era impossibile ottenere quello che voleva, gli venne risposto che non era possibile neppure a lui comprendere il mistero della Trinità.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

 

Questo quadro appartiene a una serie di quattro quadri che raffigurano i quattro Dottori della Chiesa. Lo stile pittorico avvicina l'anonimo autore alla scuola di Rembrandt e l'opera è databile intorno al 1640.