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PITTORI: Jacob Adriaensz Bellevois

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

JACOB ADRIAENSZ BELLEVOIS

1660

Utrecht, Museum Catharijneconvent

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

La tela di Jacob Adriaensz. Bellevois risale al 1660 e raffigura un paesaggio costiero con al centro la scena fra Agostino e il bambino sulla spiaggia, un ceòebre episodio leggendario che racconta del tentativo di Agostino di penetrare il mistero della Trinità.

L'opera venne acquistata con il sostegno della Associazione degli Amici del Catharijneconvent e Douwe Egberts. Il soggetto della tela presenta Agostino mentre un giorno stava meditando il mistero della Trinità lungo una spiaggia. Invano stava cercando di comprendere il segreto di un solo Dio in tre persone divine distinte. Quando si è imbattuto in un bambino che stava cercando di mettere tutto il mare con una conchiglia in una buca della sabbia, Agostino non riuscì a trattenere un sorriso nel vedere questo tentativo inutile. Tuttavia, il bambino gli ha obiettato che la comprensione della Trinità è impossibile all'uomo come la riposizione del mare in una buca. L'olandese Jacob Bellevois dipinge principalmente panorami marittimi e fluviali. Sporadicamente si lascia tentare da qualche idea religiosa. Come in questo caso, il pittore immagina la scena che si svolge in riva al mare, in modo da poter usare le sue abilità in questo settore. Il quadro è stato acquisto nel 1983 ed è firmato in basso a destra Jbellevois.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

 

 

Jacob Adriaensz Bellevois

L'attività di questo pittore fu rivolta principalmente alla pittura di paesaggi marini. Risiedeva e lavorava ad Amburgo dove incontrò Johannes Voorhout quando lui si trovò in città. Verso il 1661-1666 probabilmente apparteneva alla Gilda cittadina di Amburgo almeno fino al 1673, dopo di chè se ne tornò a Rotterdam. Da un punto di vista stilistico Bellevois era un seguace di Jan Porcellis e si era specializzato in paesaggi marini.