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PITTORI: Beltrano Agostino

Agostino colpito dall'amore di Dio

Agostino colpito dall'amore di Dio

 

 

BELTRANO AGOSTINO

1656

Sitio de Valverde, Collezione Privata

 

Agostino colpito dall'amore di Dio

 

 

 

Questo autore seicentesco spagnolo propone una tipica immagine iconografica agostiniana secondo il costume e la sensibilità del secolo. Qui Agostino viene colpito dall'amore di Dio: una freccia di luce gli trafigge il cuore mentre con uno sguardo colmo di trasporto spirituale volge lo sguardo verso il cielo dove appaiono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, le tre persone della Trinità.

La scenografia proposta dal pittore è molto teatrale e colpisce per la complessità della struttura compositiva ricca di personaggi che a loro modo tutti intervengono nella dinamica degli eventi descritti.

Nel 1956 il Beltrano firma e data questa Trinità che appare a S. Agostino, una composizione di grandi dimensioni, nata quasi certamente come pala d’altare per qualche cappella e finita chi sa come e quando in una collezione privata spagnola a Sitio de Valvedere (Burgos), come segnala il Perez Sanchez, che per primo pubblica la sua foto.

L'influsso di Stanzione è abbastanza evidente, così come  appaiono nuovamente sulla scena cori di leggiadri angeli musicanti, che, tra smaglianti cromatismi intonano il loro canto gioioso. La tela, spesso sfuggita agli studi sull'artista, presenta una certa importanza nel suo percorso pittorico, perché ci conferma che nel 1656, anche se non sappiamo in quale mese, egli era ancora vivo ed attivo.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.

Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni, IX, 2, 3

 

Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza. E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi: eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza.

AGOSTINO, Confessioni, 1, 1, 1

 

Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sageiitaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanciatum Augustini cor fuisse.

CORNELIUS LANCELOTZ, Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S.R.E. doctoris vita   (Anversa 1616)