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PITTORI: Adam Payr

Agostino vescovo a Burgusio in Val Venosta, abbazia di Monte Maria

Agostino vescovo

 

 

ADAM PAYR

1645

Burgusio in Val Venosta, abbazia di Monte Maria

 

Sant'Agostino Dottore della Chiesa e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Nell'abbazia di Monte Maria a 1333 m di altezza e a 5 km da Burgusio in Val Venosta, nel comune di Malles, si trova questa statua di sant'Agostino. L'Abbazia è una fondazione benedettina del XIII secolo con un chiostro gotico. Nella cripta della chiesa si conservano dei bellissimi affreschi del XII secolo. Il santo vescovo di Ippona è stato qui raffigurato nella linea iconografica che da secoli lo rappresenta di preferenza: indossa gli abiti vescovili impugnando i suoi attributi e cioè il bastone e un libro aperto. La mitra è deposta ai suoi piedi, come non di rado si trova, a rappresentare il primato della fede e dell'amore rispetto all'autorità della scienza e della dottrina teologica.

Agostino indossa un bel manto con la bordatura giallo dorata formando una bicromia appariscente ed armonica. Alla base della statua si legge S. AUGUSTINUS. Il santo vi è stato rappresentato con una folta barba nera, il viso giovanile e un taglio di capelli che ricorda quello dei monaci. La statua è posta all'interno di una nicchia dallo stile vagamente rinascimentale. Ai suoi lati, sulla parete sono stati riprodotti i simboli agostiniani della fiamma ardente che ricorda l'amore di Agostino per Dio.

Ai suoi piedi notiamo un fanciullo che ricorda il celebre episodio trinitario in cui il santo incontra un bambino sulla spiaggia in riva al mare.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.