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PITTORI: Catanio Francesco Costanzo

La Vergine, san Giuseppe, Agostino e Monica pregano la Trinità perchè protegga Ferrara dal terremoto

La Vergine, san Giuseppe, Agostino e Monica pregano la Trinità perchè protegga

la città di Ferrara dal terremoto

 

 

CATANIO FRANCESCO COSTANZO

1653

Ferrara, chiesa dei SS. Giuseppe e Tecla

 

La Vergine, san Giuseppe, Agostino e Monica pregano la Trinità perchè protegga Ferrara dal terremoto

 

 

 

Al centro della curva absidale è esposta una grande tela che raffigura la Vergine, S. Giuseppe, S. Agostino e S. Monica che pregano la SS. Trinità perché protegga Ferrara dal terremoto.

La città di Ferrara serba in questo quadro il ricordo di un episodio connesso al terremoto verificatosi nel Seicento. La città di Argenta venne colpita gravemente, ma non così Ferrara. Di questo favorevole episodio si attribuì merito a san Giuseppe. Nella tela, eseguita nel 1653 da Costanzo Catanio rivive la "memoria del terremoto già successo l'anno 1624".

Nella fascia superiore vediamo la Vergine Maria e i santi Giuseppe, Agostino e Monica mentre intercedono presso la SS. ma Trinità al centro del quadro perché fermi l'Angelo, che con la spada in mano, sta per punire la città di Ferrara. In quest'opera si vede ormai che la sua arte aveva perso il vigore e lo spregiudicato spirito inventivo degli anni giovanili, adagiandosi in un manierismo di mestiere.

La chiesa, dove è conservata la tela, appartenne all'Ordine degli Eremitani Scalzi di sant'Agostino, che fu introdotto a Ferrara nel 1621 dal marchese Camillo Zavaglia. I frati furono sistemati provvisoriamente nel 1623 nella chiesa dei santi Simone e Giuda. Nel 1626 adattarono a chiesa una piccola casa nella via Grande dedicandola a san Giuseppe. Diventata troppo angusta, nel 1639 i monaci costruirono l'edificio attuale su disegno di C. Pasetti. La chiesa, ad aula con botte e abside rettangolare, fu officiata a Natale mentre le cappelle, due per lato, furono terminate solo nel 1652. La chiesa fu consacrata solo nel 1671 e intitolata ai santi Giuseppe e Tecla. Il convento costruito nel 1626 fu ampliato e riedificato nel 1796. Adibito a scuola per fanciulle, fu restituito nel 1826 agli Agostiniani scalzi, da cui vennero definitivamente espulsi nel 1866.

Nel 1949 la chiesa fu dedicata anche a S. Rita e nel 1958 fu ricostruito il campanile. In tempi recenti le pale degli altari laterali sono state rimosse. In questa chiesa si stabilì nel 1684 la Confraternita del Suffragio degli Agonizzanti, trasferitasi dalla chiesa di san Gregorio. I confratelli non vestivano la cappa, ma si limitavano ad assistere le persone prossime a morire e a onorare i defunti. La chiesa ha una facciata incompiuta e un interno ad aula con volta a botte, due cappelle per lato e il presbiterio. Le pareti sono riccamente decorate con affreschi eseguiti tra il 1680 e il 1694 da Francesco Scala, Giuseppe Avanzi, Maurelio Scannavini e Giuseppe Menegatti. Nella navata centrale, al di sopra dei sei confessionali del 1683, negli stucchi delle pareti vi sono inserite tele con Episodi dell'Infanzia di Cristo opera di Cesare Mezzogori. Nella prima cappella a destra, dedicata a santa. Rita, sulle pareti laterali iun quadro raffigura S. Guglielmo d Aquitania bastonato dai demoni, opera di Cesare Mezzogori che la realizzò nel 1680. La tela con Santi Agostiniani è invece di Mauro Soderini e risale al 1744.

In fondo alla sacrestia c'è una piccola cappella, chiusa da un cancello in ferro battuto, che ospita una tela che raffigura sant'Agostino in adorazione ai piedi della Madonna con il Bambino, opera del pittore Menegatti, che la realizzò nel 1659.

Nella cappella dedicata a sant'Agostino, che era l'antica sacrestia, a cui si accede da una porta situata tra le due cappelle della navata destra, lungo la parete centrale è collocata una statua di sant'Agostino. Nel soffitto è presente uno stemma dell'ordine con un cuore al centro. La prima cappella di sinistra è dedicata alla Madonna della Cintura e ospita una statua della Vergine che ha sostituito nel 1744 la pala d'altare. Ai lati sono presenti due tele, precedentemente ospitate nell'antisagrestia, le statue di san Nicola e di ant'Agostino e le pitture in legno raffiguranti la Fortezza e la Prudenza.

 

 

Catanio Francesco Costanzo

Nato a Ferrara nel 1602 fu dapprima allievo dello Scarsellino e poi, trasferitosi a Bologna (1625-1627), lavorò nella bottega di Reni. Il suo vero maestro, dopo il ritorno a Ferrara nel 1627, va tuttavia considerato Carlo Bononi, da cui apprese la componente caravaggesca che impronta di rude realismo la sua pittura a forti contrasti chiaroscurali. Già nelle prime opere ferraresi come il san Gregorio, dipinto per la chiesa omonima (oggi in S. Maria dei Teatini), databile poco oltre il 1630, o nei due quadroni della chiesa di San Giorgio (la Flagellazione e la Coronazione di spine), anteriori al 1636, la composizione è ridotta all'essenziale, mentre la passionalità tragica introduce chiari elementi di ispirazione caravaggesca. A Ferrara, per la chiesa di Santo Spirito, probabilmente poco dopo i lavori di ampliamento del 1636, Catanio dipinse il Martirio di san Matteo, dove il pittore dà vita a una realistica rappresentazione della scena di violenza, ambientata in una armoniosa architettura. Nonostante i suoi viaggi Catanio si affermò a Ferrara come pittore di primo piano, aprendovi un'accademia di pittura. Nel 1652 gli agostiniani gli commissionarono la tela della chiesa di San Giuseppe con la Vergine e santi che intercedono presso la Trinità per proteggere la città di Ferrara dal terremoto. Il suo ultimo lavoro che si ricordi è l'Orazione nell'Orto realizzato per il coro della chiesa di S. Benedetto. Catanio morì a Ferrara nel 1665.