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PITTORI: Circignani Antonio il Pomarancio

Agostino e l'Immacolata Concezione con i santi Giovanni e Carlo Borromeo

Agostino e l'Immacolata Concezione con i santi Giovanni e Carlo Borromeo

 

 

CIRCIGNANI ANTONIO detto il POMARANCIO

1613

Amelia, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino e l'Immacolata Concezione con i santi Giovanni e Carlo Borromeo

 

 

 

Questa tela di Antonio Circignani noto con lo pseudonimo di Pomarancio dovrebbe essere coeva al quadro che realizzò a Sezze. Quest'opera, di minori dimensioni, raffigura la Visione di San Giovanni Evangelista ed i Santi Agostino e Carlo Borromeo e si trova nella chiesa di sant'Agostino ad Amelia, dove il pittore risulta presente nei primi mesi del 1613. Probabilmente il pittore non si recò nella cittadina umbra esclusivamente per eseguire questa piccola pala, che avrebbe potuto realizzare e spedire facilmente da Roma. Il quadro potrebbe essere stato dipinto a margine di un lavoro più importante ancora da individuare oppure perso, che potrebbe avere interessato la chiesa di sant'Agostino. Quest'ultima non mostra più le pitture precedenti dopo che è stata completamente rinnovata nel Settecento, e decorata ad affresco, nella volta e nel presbiterio, da Francesco Appiani.

Nella struttura generale dell'opera Circignani ripropone le sue consuete immagini ormai familiari, dove il pittore riutilizza per l'Immacolata una delle tante figure femminili del suo repertorio. In particolare è plausibile il richiamo alla "Annunciata" di Assisi, così come è facile riconoscere i dinamici angioletti in scorcio che costituiscono quasi una sigla in molte sue opere. Questa coloratissima pala, al di là del persistente ricorso a una cultura figurativa tipicamente toscana, è tuttavia improntata ad un forte luminismo di matrice romana. L'alternarsi di chiari e scuri molto netti conferiscono alla Vergine e agli angeli una volumetria a tutto tondo che allenta la tensione fortemente seria delle espressioni dei visi. Le luci disegnano fossette nei corpi degli angeli, guizzano sul piviale di Sant'Agostino in basso a destra e ne modellano le mani nervose, con effetti analoghi a quelli conseguiti nella cappella di sant'Aniceto e nel dipinto di Sezze. Nelle belle caratterizzazioni di sant'Agostino e san Giovanni sembrano rinvigoriti e rinnovati gli schemi canonici dei santi di Nebbia e di Agresti, fino a prefigurare le intense fisionomie dei forti personaggi delle Storie della Traspontina e in particolare della "Morte di Sant'Alberto".

 

 

Antonio Circignani detto il Pomarancio

Pittore del tardo Rinascimento a cavallo del barocco, Antonio Circignani nasce a Città della Pieve nel 1560. Figlio del pittore Niccolò Circignani verrà chiamato, come il padre, il Pomarancio. La sua prima attività artistica si svolse a Roma nella bottega del padre. Nel 1589 lo troviamo al lavoro nel cantiere paterno presso l'Abbazia di Valvisciolo a Sermoneta. Antonio Circignani è citato nelle Vite de' Pittori, Scultori, Architetti, ed Intagliatori di Giovanni Baglione. Lo Sposalizio della Vergine costituisce uno dei suoi dipinti più celebri, ed è conservato nella basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi.

Circignani muore nella città natale nel 1620.