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PITTORI: Della Monna Andrea

Madonna col Bambino e sant'Anna nella gloria e i Santi Stefano, Agostino, Niccolò e Caterina d'Alessandria

Madonna col Bambino e sant'Anna in gloria

e i Santi Stefano, Agostino, Niccolò e

Caterina d'Alessandria

 

 

DELLA MONNA ANDREA

1614

Lecceto, Eremo di san Salvatore

 

Madonna col Bambino e sant'Anna nella gloria e i Santi Stefano, Agostino, Niccolò e Caterina d'Alessandria

 

 

 

 

La tela è conservata all'altare di sant'Anna nella chiesa del Santissimo Salvatore nell'Eremo di Lecceto. L'altare e la cappella furono commissionate ed eseguite nel 1614 dalla bottega dei Della Monna. Andrea dipinse il quadro, di modesta qualità, per 200 scudi, mentre Gabriello provvide a costruire e stuccare la cappella. I due erano originari della Valle di Lugano ed erano probabilmente stretti parenti dei ben più noti maestri plastici e stuccatori Salvatore e Francesco della Monna, che eseguirono la decorazione in stucco nel coro del Duomo e nella Chiesa della Santissima Trinità a Siena. Andrea dipinse altresì la teletta centinata nell'architrave della cappella con un Cristo Risorto.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)