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PITTORI: Maestro Domingo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DOMINGO

1660-1680

Città del Messico, chiesa di san Domenico, sacrestia

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La statua che raffigura Agostino si trova nella sacrestia della chiesa di san Domenico a Città del Messico. E' una chiesa barocca del XVIII secolo ed è tutto ciò che rimane di quello che fu l'importante convento dell'Ordine domenicano che si era stabilito a Città del Messico. L'edificio sorge nel centro storico della città di fronte alla Plaza de Santo Domingo, in una posizione alquanto vicina alla cattedrale. In questa chiesa è stato sepolto Tlacahuepantzin Yohualicahuacatzin, meglio noto come Pedro de Moctezuma  uno dei figli di Moctezuma II, morto nel 1570.

La costruzione dell'insediamento domenicano cominciò poco dopo la conquista della città, verso il 1527 con un piccolo edificio sacro, che fu terminato verso il 1530.

La chiesa è stata ricostruita per la prima volta tra il 1556 e il 1571 estendendo i locali del convento e le cappelle intorno alla navata principale. Questa seconda chiesa fu gravemente danneggiata durante un diluvio sulla città. venne così deciso di ricostruirla, in un ricco stile barocco, su disegno di Pedro de Arrieta durante la prima metà del Settecento, assumendo il suo aspetto attuale. Alla fine del XVIII secolo all'interno sono stati apportati alcuni cambiamenti introducendo decorazioni neoclassiche.

Costruita con cava grigia, la facciata principale della chiesa, sul lato sud, è formata da una porta singola e da una torre snella con due torri campanili. L'entrata è in stile barocco con tre corpi. Nel primo corpo, accanto alla porta, si possono osservare le sculture di sant'Agostino e di san Francesco d'Assisi.

Nella sacrestia c'è quest'altra raffigurazione scultorea di sant'Agostino, che ci presenta il santo nelle sue vesti episcopali in atto di accogliere i fedeli mentre allarga le braccia. Il volto ha un aspetto di persona matura con una folta barba che gli scende fin sul petto.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6