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PITTORI: Cosimo Fanzago

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FANZAGO COSIMO

1618

Napoli, chiesa del Gesù Nuovo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La terza cappella della navata destra della chiesa del Gesù Nuovo a Napoli è situata sulla parete di fondo del transetto destro e contempla il Cappellone di S. Francesco Saverio che predicò il Cristianesimo in India, Giappone e nell'Arcipelago Malese. La realizzazione della decorazione del Cappellone è opera di Giuliamo Finelli, Donato Vannelli e Antonio Solaro. Michelangelo Naccherino si è occupato delle statue che decorano la cappella, ad esclusione di quelle di Sant'Ambrogio e di Sant'Agostino che sono opera di Cosimo Fanzago. Queste celebre artista napoletano le portò a termine nel 1618.

Agostino si presenta a figura intera, in tutta la sua maestosità. Indossa i paramenti episcopali, con la mitra in testa e il bastone pastorale impugnato con la sinistra.

Il volto da vegliardo e persona matura è coperto da una fluente barba che gli scende fin sul petto. Il movimento della mano sinistra che regge il mantello, assicura una notevole dinamicità espressiva alla figura del santo.

 

La Chiesa del Gesù Nuovo è un gioiello del barocco napoletano ed è la più importante chiesa costruita dai Gesuiti a Napoli.

Si affaccia su Piazza del Gesù Nuovo, che è attraversata dalla cosiddetta "Spaccanapoli", cioè l'antico Decumano Inferiore che divide la città tra Nord e Sud.

La chiesa in origine portava il titolo dell'Immacolata, ma fu chiamata chiesa del Gesù Nuovo per distinguerla dalla Chiesa del Gesù Vecchio posta in Via Paladino. La chiesa del Gesù Nuovo l'esempio della trasformazione architettonica di un palazzo privato in un edificio a uso religioso. Sull'area occupata dalla chiesa in precedenza sorgeva il Palazzo Sanseverino, che l'architetto Novello da San Lucano aveva realizzato nel 1470 su commissione di Roberto Sanseverino, principe di Salerno. Una targa sull'estremità sinistra della facciata testimonia questa origine: "Novello da San Lucano, architetto egregio, per più ossequio che per mercede innalzò questo palazzo al Principe di Salerno, suo signore e precipuo benefattore. Anno MCCCCLXX".

La caratterisitca facciata è realizzata con bugne a punta di diamante in piperno, sulle quali i tagliatori di pietra incisero strani segni, sette lettere in alfabeto aramaico alte 10 cm. Recentemente sono stati interpretati come l'equivalente di note musicali. La facciata a bugnato rappresenterebbe pertanto un pentagramma dove leggere una melodia musicale rinascimentale per strumenti a plettro come la mandola, che segue i canoni gregoriani.

 

 

Cosimo Fanzago

Nacque a Clusone nella Bergamasca nell'anno 1591. Dopo le prime esperienze in area lombarda, Fanzago si trasferì a Napoli presso lo zio paterno. Qui la sua complessa figura di artista e la sua forte personalità dominarono il panorama della scultura secentesca napoletana. Grazie alle relazioni di cui godeva il suo nobile casato, nel 1615 ricevette l'incarico dal cardinale Carafa di scolpire il monumento funebre del suo congiunto Mario Carafa. L'ambiente della Corte Vicereale e della aristocrazia, dove Cosimo viveva, lo costringevano a mantenere un alto tenore di vita, cui rimediò nella sua lunga ed attiva esistenza con il guadagno di somme notevoli. Lo sfarzo di cui si circondava prosciugò le sue entrate, ma ciò non gli impedì di creare un'efficiente organizzazione, che comprendeva fornitori di marmi pregiati, operai ed artigiani per la esecuzione delle decorazioni e dei lavori di intarsio di cui preparava i disegni.

Numerosissime sono le opere che gli vengono attribuite. Ricordiamo principalmente: ll maestoso altare maggiore in marmi policromi nella Basilica Concattedrale di Sant'Agata a Gallipoli; le facciate delle chiese di Santa Maria di Costantinopoli, S. Giuseppe a Pontecorvo, S. Maria degli Angeli alle Croci, S. Teresa a Chiaia. Altri suoi lavori sono presenti nella Basilica della Madonna dei Miracoli di Andria, nella Basilica di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Napoli e nella chiesa di San Giorgio Maggiore. Va ricordata la decorazione barocca a nuovo dell'Abbazia di Montecassino, la Guglia di San Gennaro, la cancellata della cappella del Tesoro nel Duomo di Napoli. gli altari maggiori di San Domenico Maggiore, San Pietro a Majella, dei santi Severino e Sossio, l'altare del Sacramento nella Cattedrale di Palermo. E ancora: la cappella Firrao a S. Paolo, la cappella di S. Teresa a S. Teresa agli Studi, la cappella Cacace a S. Lorenzo, Palazzo Zevallos, Palazzo Carafa di Maddaloni, il cosiddetto Palazzo di Donn'Anna a Posillip, il cappellone di Sant'Antonio in San Lorenzo Maggiore a Napoli, il restauro del Complesso di San Gaudioso, la Fontana del Sebeto, la chiesa di S. Maria di Costantinopoli, la statua in marmo di S. Ignazio di Loyola nella chiesa dei Gesuiti, attualmente nella cappella Marincola-Cattaneo nel cimitero di Catanzaro, un altare in marmi policromi nella chiesa parrocchiale di Soveria Mannelli, proveniente dall'Abbazia di Santa Maria di Corazzo, giudicato monumento nazionale nel 1910, la Torre dell'Orologio di Avellino e il grande progetto del Chiostro Grande e del Cimitero dei Padri della Certosa di Padula.

Cosimo Orazio dei Fanzago, Cavaliere dell'Ordine di Malta per grazia del Re di Spagna, morì in Napoli nel 1678.