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PITTORI: François Lerrel

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FRANCOIS LERREL

1684

Saint-Pol-de-Léon, chapelle des Minimes

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa splendida statua che raffigura sant'Agostino si trova nella antica cappella des Minimes a Saint-Pol-de-Léon.

La comunità e la cappella des Minimes sono state fondate da Prigent Le Ny, rettore della Plougoulm, e dagli abitanti di Saint Pol, che, nel 1620, hanno assicurato il denaro necessario. La cappella des Minimes è dedicata a San Francesco di Paola e a santa Genevieve. Nel 1769 la comunità più Minimes contava solo tre religiosi, per cui venne sciolta dall'autorità reale e del vescovo. I monaci rimasti furono trasferiti in Saint-Fiacre a Plourin-Morlaix. La cappella de Minimes una volta possedeva un bellissomo quadro con la deposizione dalla Croce opera di Rubens, che attualmente è stata trasferita nel museo della contea.

 

La pala d'altare della Visitazione presenta una altezza di 9 m e mezzo euna larghezza di 6,60 m. La pala fu commissionata nel 1684 agli artisti di Landivisiau, François Lerrel e suo figlio William. Il livello principale della pala è scandito da quattro colonne potenti attorcigliate su sei giri. I capitelli corinzi presentano due file di foglie d'acanto e dei bastoni agli angoli. Lungo i tamburi troviamo arrotolati una serie continua di tralci di vite. Nelle nicchie formate dalle colonne sono posizionate delle statue fra cui quella di sant'Agostino che qui gli artisti hanno riprodotto nella sua usuale raffigurazione di vescovo e Dottore della Chiesa.

Il santo, con la mitra in testa, impugna con la mano sinistra il bastone pastorale, mentre con la mano destra regge un grosso libro appoggiato alla gamba. Il volto del santo è particolarmente espressivo ed è ricoperto da una folta e immancabile barba fluente che gli arriva fino al petto.

Tra le colonne, due nicchie piane sono supportate da due mensole generosamente coperte da conchiglie S. Giacomo, con teste di cherubini e mazzi di fiori. Tutto è sormontato da cartigli che recano i monogrammi di Gesù e Maria IHS MA.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6