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PITTORI: Artista di Oxford

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino cardioforo Dottore della Chiesa

 

 

ARTISTA DI OXFORD

XVII secolo

Oxford, chiesa di san Tommaso

 

Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

In una vetrata della chiesa di san Tommaso ad Oxford, scopriamo l'immagine di sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa, che qui viene raffigurato con un suo tipico attributo: il cuore fiammante che riprende alcune pagine immortali scritte dal santo di Ippona.

La chiesa è dedicata all'arcivescovo martire di Canterbury, Thomas Becket. E' stata fondata nel XII secolo dai canonici agostiniani di Oseney Abbey, che Becket (martirizzato 1170 e canonizzato 1173) senza dubbio deve avere visitato come cancelliere di Enrico II. La chiesa fu quasi certamente consacrata da Ugo di Lincoln. La parte più antica è il coro, con le tre finestre Norman. La finestra est è del XIV secolo, mentre la navata centrale e la torre risalgono alla metà del XV secolo.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3