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PITTORI: Plura Giuseppe

Sant'Agostino vescovo e cardioforo a Torino

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

GIUSEPPE CARLO PLURA

1694

Torino, Cappella dei Banchieri e Mercanti

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

La decorazione della chiesa fu avviata nel 1694 da Stefano Maria Legnani  e i dipinti da tre passarono a cinque per salire ulteriormente di numero negli anni seguenti. Nel 1704 l'esordiente intagliatore Carlo Giuseppe Plura fu incaricato di eseguire gli arabeschi ed i festoni attorno alla fascia del cornicione dei banchi della giunta. Ci volle poco, per dimostrare che l'intervento - anche se limitato - era piaciuto, ed il 28 ottobre 1707 l'inventario della Congregazione menziona "una grande statua di S. Agostino di legno marmorizzato, accompagnata d'un Angelo che porta il motto Adoratur a magis, timetur a malis" collocata sopra una delle finestre grandi della Congregazione. E sono pure elencati, di seguito, cinque piedestalli grandi e dieci piccoli di legno posti sopra cinque di dette finestre con fondo bianco, ed ornamenti dorati. Da ottobre 1708 a ottobre 1715, gli inventari riportano l'ambiente dotato delle rimanenti cinque statue scolpite in questo periodo e la loro ubicazione nella Cappella. Premesso che sinistra e destra sono da intendersi dando le spalle all'altare, il criterio distributivo é il seguente:

 

1) - prima finestra a sinistra : S. Agostino

2) - prima finestra a destra : S. Ambrogio

3) - seconda finestra a sinistra : S. Leone

4) - seconda finestra a destra : S. Gregorio

5) - terza finestra a sinistra: S. Gerolamo

6) - terza finestra a destra : S. Giovanni Crisostomo

 

L'effetto di quelle sei statue, alte più del naturale, marmorizzate nello spazioso ambiente, aveva la funzione di affiancare agli affreschi ed alle tele, la volumetria di forme tridimensionali, alludenti alla perennità ed alla potenza del Divino. Chi, anni addietro, ha studiato in più riprese la scultura piemontese ed in particolare Luigi Mallé, é stato sviato a lungo da una specie d'inganno ottico.

Infatti nella prima delle sue «Arti figurative in Piemonte» (1960) il Mallè nota che le sei statue dei padri della Chiesa, in legno verniciato di bianco, alla Cappella della Congregazione dei mercanti, tarde, prossime al 1737, sono il tentativo più spinto sul piano del barocco «ufficiale» d'ascendenza romana. I nostri inventori attestano invece che il Plura ha scolpito le sei statue in un periodo ben precedente.

 

Nato a Lugano nel 1655, Giuseppe Plura morì a Torino nel 1737. Fu attivo in Piemonte come intagliatore in legno e costruttore di macchine per feste e cerimonie. Si conoscono anche tre sue medaglie firmate.

Fin dal 1711 Carlo Giuseppe Plura ha l'incarico, per volere di Vittorio Amedeo, di costruttore di macchine processionali, e cioè di statue di grandi dimensioni, che, portate a spalle dai fedeli nelle processioni, illustrano, quasi in mistico dialogo fra loro, una scena del Nuovo Testamento.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.