Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Scultore di Puebla

PITTORI: Scultore di Puebla

Agostino monaco

Agostino monaco

 

 

SCULTORE DI PUEBLA

1610-1612

Puebla, chiesa S. Maria de Gracia

 

Agostino monaco e vescovo

 

 

 

Questa statua di sant'Agostino si trova in una nicchia all'esterno della chiesa di santa Maria de Gracia, che fu chiesa conventuale dell'ordine agostiniano nella città messicana di Puebla.

La sua dedicazione propriamente è "Chiesa dell'Incarnazione della Madonna" o "Santa María de Gracia": questo titolo tuttavia non è stato utilizzato perché ha prevalso il nome imposto dall'Ordine che ha retto il complesso, vale a dire i Monaci Eremitani di S. Agostino.

La costruzione della chiesa fu avviata nel 1555, tuttavia, data la grandiosità del progetto si riuscì ad aprirla al culto solo nel 1612, quando, tra l'altro, non era completata. La presenza agostiniana è messa in evidenza già nella facciata principale con la presenza nelle nicchie di sculture che raffigurano santa Monica e altri santi notevoli dell'Ordine, tra cui San Nicola da Tolentino, san Guglielmo da Tolosa e san Giovanni da Sahagún.

Il corpo della chiesa è di notevoli proporzioni e contiene varie cappelle laterali mentre la navata centrale presenta diversi piani. L'edificio fu gravemente danneggiato nel 1863 quando fu adibito ad uso militare, perdendo la sua fisionomia e il suo arredamento tipicamente barocchi. Ulteriori danni vennero arrecati all'edificio dai terremoti del 1874 e del 1999, che lo colpirono duramente.

La figura di Agostino, come si legge nella scritta sul basamento della statua, viene presentata con la tonaca dei monaci che seguono la sua regola.

Alla cintola appare ben evidenziata la presenza della cintura di cuoio. Nella mano destra il santo impugna in cuore fiammante, mentre nella sinistra regge un libro. Il volto esprime la vecchiaia di Agostino, con una folta barba che gli scende copiosa dal viso fino a toccare il mento.

La nicchia è abbellita da una conchiglia di vago sapore rinascimentale.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6